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Il monitoraggio

Sicilia, luci e ombre nel rapporto “Welfare Italia Index 2024”: migliora la spesa pubblica, ma restano le criticità su lavoro e sanità

martedì 18 Marzo 2025
Welfare

La Sicilia si è classificata complessivamente al 17° posto tra le Regioni italiane per efficacia e capacità di risposta del sistema di welfare nel 2024, guadagnando due posizioni rispetto all’anno precedente. Il dato emerge dal “Welfare Italia Index 2024”, il monitoraggio condotto dal Think Tank “Welfare, Italia”, nato su iniziativa del Gruppo Unipol in collaborazione con The European House – Ambrosetti.

 

L’indice analizza la performance delle regioni italiane sulla base di 22 Key Performance Indicators (KPI), che misurano sia le risorse allocate nel sistema di welfare (input) sia i risultati effettivi delle politiche adottate (output). Gli ambiti presi in esame comprendono sanità, politiche sociali, previdenza e formazione.

Il Welfare Italia Index viene presentato analiticamente all’interno del Rapporto Annuale del Think Tank “Welfare, Italia”, disponibile sul sito di Welfare Italia.

IlSicilia.it ha analizzato i dati del report su “Sud e Isole” per avere un quadro panoramico della situazione siciliana.

 

I DATI SICILIANI

 

Indicatori di spesa: un buon piazzamento per la Sicilia

 

Nel 2024, la Sicilia ha ottenuto un punteggio di 74,2 su 100 negli indicatori di spesa, posizionandosi al 9° posto tra le regioni italiane. Un dato che riflette un significativo investimento in alcuni settori chiave.

Assegno di Inclusione

Istruzione e formazione: la regione si colloca al 2° posto nazionale per spesa pubblica destinata a consumi finali nel settore, con un investimento pari al 6% del PIL regionale, contro una media nazionale del 3,6%.

Assegno di inclusione: anche in questo ambito la Sicilia occupa il 2° posto, con un importo medio di 635 euro mensili per beneficiario, leggermente superiore alla media italiana di 618 euro.

 

 

lavoro disoccupazione siciliaPolitiche del lavoro: la Sicilia si classifica 3ª per spesa pubblica dedicata al settore, investendo il 3,5% del PIL regionale, a fronte di una media nazionale del 2,6%.

Previdenza complementare: la regione si posiziona 8ª per contributo medio a forme pensionistiche integrative, con un’incidenza del 7% sul reddito medio, in leggero calo rispetto all’8,2% registrato nel 2023.

Nonostante questi numeri positivi, alcune voci di spesa rimangono al di sotto della media nazionale. Ad esempio, la Sicilia si colloca al 17° posto per spesa in interventi e servizi sociali, con 82 euro pro capite, a fronte di una media italiana di 158 euro.

 

Indicatori strutturali: le criticità di un sistema ancora fragile

 

Se i dati di spesa raccontano una Sicilia attenta agli investimenti nel welfare, gli indicatori strutturali mettono in evidenza una realtà più problematica. La regione rimane stabile al 19° posto con un punteggio di 46,6 su 100, mostrando difficoltà soprattutto in sanità, lavoro e inclusione sociale.

 

Sanità: miglioramenti ma ancora molte problematiche

medici
Sanità

Nel 2024 la Sicilia ha migliorato la propria posizione per efficacia, efficienza e appropriatezza dell’offerta sanitaria, salendo al 13° posto rispetto al 15° posto dell’anno precedente.

Tuttavia, la regione resta al 19° posto per stato di salute della popolazione, un dato influenzato da alti tassi di malattie croniche e una bassa aspettativa di vita rispetto alla media nazionale.

 

Lavoro e occupazione: tassi di inattività e disoccupazione preoccupanti

Il mercato del lavoro siciliano continua a essere un punto critico, con alcuni tra i peggiori indicatori a livello nazionale.

Neet

Giovani NEET (Not in Education, Employment or Training): la Sicilia detiene il triste primato del 21° posto, con il 32,2% dei giovani tra i 15 e i 34 anni che non studiano né lavorano, quasi il doppio rispetto alla media nazionale (18%).

Part-time femminile involontario: la regione è 21ª, con un tasso del 24,1%, rispetto alla media nazionale del 15,6%. Questo dato riflette una scarsa inclusione delle donne nel mercato del lavoro.

Tasso di disoccupazione: la Sicilia si colloca al 19° posto, con un tasso del 15,8% tra la popolazione con più di 15 anni, contro una media italiana del 7,7%.

Tasso di cittadini inattivi: la regione è 20ª, con il 59,6% della popolazione che non partecipa al mercato del lavoro, a fronte di una media nazionale del 50,1%.

 

Servizi per l’infanzia e istruzione: il nodo degli asili nido e della dispersione scolastica

asili nido
Asili Nido

Anche sul fronte dei servizi per l’infanzia e dell’istruzione, la Sicilia mostra dati preoccupanti:

Posti disponibili negli asili nido: la regione è 20ª, con 12,4 posti ogni 100 bambini tra 0 e 2 anni, mentre la media italiana è 26,1 posti.

Tasso di dispersione scolastica: la Sicilia è 19ª, con un tasso del 18,8%, molto più alto della media nazionale (10,4%).

 

 

 

Una crescita da consolidare

Il quadro che emerge dal Welfare Italia Index 2024 per la Sicilia è ambivalente. Da un lato, la regione registra buone performance negli investimenti pubblici in istruzione, lavoro e previdenza. Dall’altro, le condizioni strutturali della popolazione restano critiche, con problemi di disoccupazione, esclusione sociale e carenze nei servizi di base.

Il miglioramento di due posizioni nella classifica nazionale è un segnale positivo, ma per rendere questi progressi realmente efficaci sarà necessario un intervento più incisivo su sanità, occupazione giovanile e inclusione femminile nel mercato del lavoro.

Solo così la Sicilia potrà garantire ai suoi cittadini un sistema di welfare più equo e sostenibile.

 

FONTE DATI E NOTA METODOLOGICA 

Welfare Italia Index 2024  Rapporto Integrale

Welfare Italia Index 2024 – Executive Summary 

Il Welfare Italia Index 2024 è realizzato dal Think Tank Welfare, Italia, promosso dal Gruppo Unipol in collaborazione con The European House – Ambrosetti. Il rapporto si basa su 22 Key Performance Indicators (KPI) che misurano sia le risorse allocate (input) sia i risultati ottenuti (output) nei settori sanità, politiche sociali, previdenza e formazione. I dati provengono da fonti ufficiali nazionali e regionali, tra cui ISTAT, INPS, Ministero della Salute, Ministero dell’Istruzione e Banca d’Italia.

L’analisi utilizza indicatori quantitativi e un indice sintetico che consente il confronto tra regioni, evidenziando punti di forza e criticità per guidare le politiche pubbliche.

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