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Mineo pareggia i conti fra DC e FdI

Elezioni delle Province, il post voto a Palermo: i nuovi equilibri della maggioranza di Lagalla

martedì 29 Aprile 2025

A sentire la narrazione dei vari partiti ne sono usciti tutti vincitori. Ma in realtà qualche vinto, anche di alto borgo, c’è. E’ tempo di commenti a Palermo in merito al risultato venuto fuori dall’elezione del Consiglio Metropolitano. Tornata nella quale a decidere non sono stati i cittadini, bensì sindaci e consiglieri comunali di tutta la Provincia. Insomma, una fotografia dell’attuale rappresentanza politica. Un voto che, sostanzialmente, ha ribadito l’egemonia di Forza Italia.

Forza Italia top player a Palermo

Nonostante l’addio di Ottavio Zacco, gli azzurri sono rimasti stabilmente primo partito con quasi il 24% delle preferenze. Cinque i seggi conquistati. Di questi tre sono di marca del deputato regionale Edy Tamajo. Si tratta dei due esponenti palermitani, ovvero Catia Meli e Pasquale Terrani, e del sindaco di Balestrate Vito Rizzo. Può sorridere anche l’altro esponente di punta forzista di Sala d’Ercole, ovvero Gaspare Vitrano. Il parlamentare azzurro piazza a Palazzo Comitini Claudio Armetta, primo degli eletti con oltre 5000 preferenze. Un Consiglio Metropolitano di cui farà parte anche l’ex capogruppo a Palermo Gianluca Inzerillo, ormai stabilmente in quota del vicepresidente della Camera dei Deputati Giorgio Mulè.

Mineo riequilibra la bilancia fra FdI e DC

Sorriso parzialmente amaro per Fratelli d’Italia. I meloniani si poteva aspettare qualcosa in più da questa tornata elettorale. Tre i seggi portati a casa. Praticamente, uno per corrente: Vanessa Costantino, consigliere comunale di Partinico vicina alla parlamentare nazionale Carolina Varchi; Angelo Conti, sindaco di Valledolmo appoggiato da Giuseppe Milazzo e dal deputato regionale Fabrizio Ferrara; e Francesco Martorana, nome in quota dell’assessore regionale Alessandro Aricò. A pesare sul risultato compelssivo è stato l’addio di Natale Puma, il quale ha seguito la scelta del proprio punto di riferimento politico, ovvero l’ex assessore al Patrimonio Andrea Mineo.

Non è un mistero infatti che lo stesso Mineo abbia avviato decisi contatti con la Democrazia Cristiana, in particolare con la corrente capitanata da Mauro Pantò, primo dei non eletti all’Ars dei cuffariani. Un passaggio che ha contribuito a realizzare il punto del pari per la DC, la quale si è portata a casa tre seggi. Gli stessi di Fratelli d’Italia. Faranno parte del prossimo Consiglio Metropolitano Luciano Marino (sindaco di Lercara Friddi appoggiato da Salvo Imperiale e Giovanna Rappa), Flavio Pillitteri (consigliere comunale di Monreale, vicino al capogruppo Domenico Bonanno e alla consigliera Viviana Raja) e Giuseppe Tripoli (consigliere comunale di Santa Flavia e parte della corrente proprio dello stesso Mauro Pantò).

Un solo seggio per Lavoriamo Per Palermo

Al di là della narrazione dei comunicati, nell’elenco degli insoddisfatti figura Lavoriamo Per Palermo. La compagine del sindaco Roberto Lagalla, longa manus di Grande Sicilia nel capoluogo siciliano, ha ottenuto un solo seggio, il quale è andato al capogruppo Dario Chinnici. Niente da fare per il sindaco di Contessa Entellina Leonardo Spera. Profilo vicino all’MpA di Raffaele Lombardo e rimasto fuori dal Consiglio Provinciale a causa dei resti andati a vantaggio di Forza Italia. Insomma, con quattro consiglieri comunali a Palermo e considerando il peso determinato dal voto ponderato, forse qualche anima del partito si sarebbe aspettata qualcosa in più.

Solo un seggio anche per la Lega, conquistato per dispersione dal sindaco di Casteldaccia Francesco Di Giacinto. Un voto che, infine, non ha premiato Noi Moderati. Nemmeno un seggio per il gruppo di Marianna Caronia e del vicepresidente del Consiglio Comunale di Palermo Giuseppe Mancuso. Una creatura ancora troppo giovane e che ha bisogno ancora di tempo per radicarsi sul territorio.

Il duello nel centrosinistra va al PD

Nella partita tutta interna al centrosinistra invece, il Partito Democratico mantiene lo scettro di leader del fronte progressista, incassando tre seggi. Capo cordata il sindaco di Carini Giovì Monteleone. A seguirlo il vicesindaco di Cefalù Rosario Lapunzina e il consigliere comunale di San Giuseppe Jato Maurizio Costanza. L’Alternativa, soggetto in cui sono confluiti i voti di AVS, M5S e Controcorrente, si è fermata a due esponente. Eletti il capogruppo grillino Antonino Randazzo e l’ex vicesindaco a Palermo Fabrizio Giambrone. Rimane fuori dal Consiglio Metropolitano l’esponente di “Oso” Giulia Argiroffi.

Cosa cambia per Roberto Lagalla: Città Metropolitana e Comune di Palermo

Una volta chiaro il quadro, la domanda è una: cosa cambia per il sindaco Roberto Lagalla? Sulla carta, praticamente nulla. In tanti si sono spesi per scindere la questione provinciali da quella degli equilibri al Comune di Palermo. E’ chiaro però che qualcosa a Sala Martorana potrebbe cambiare. E a darne indicazione sono state proprio queste elezioni provinciali.

Un primo test potrebbe scattare proprio con la scelta del presidente del Consiglio Metropolitano e dei cinque consiglieri delegati, i quali saranno scelti dal sindaco su indicazione dei partiti. L’altro riguarda le scelte che faranno i due esponente di maggioranza al momento al Gruppo Misto, ovvero Natale Puma ed Ottavio Zacco. Il primo si avvicina sempre di più all’approdo alla Democrazia Cristiana. Ingressi che sostanzialmente bilancerebbe gli equilibri con Forza Italia e Fratelli d’Italia, al netto di un evidente squilibrio in Giunta. Sul secondo invece le acque rimangono oscure. Nelle scorse settimane si era parlato di un avvicinamento a Lavoriamo Per Palermo, gruppo del sindaco, ma ad oggi nulla si è concretizzato.

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