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I dati Svimez

Pil e innovazione, la Sicilia cresce. Schifani: “Numeri importanti, costruiamo il futuro”

mercoledì 7 Maggio 2025
Renato Schifani

Una strategia possibile per la Sicilia del 2030: Solidarietà, Innovazione, Competenze (SIC 2030). Il report verrà presentato il 9 maggio presso la Sala Mattarella dell’Assemblea regionale siciliana nell’ambito del convegno dell’ANFIR (Assemblea Nazionale Finanziarie Regionali) promosso da IRFIS – FINSICILIA. Il Report SVIMEZ dal titolo “Una strategia possibile per la Sicilia del 2030: solidarietà, innovazione, competenze (sic 2030)” parte da un’analisi del quadro congiunturale sull’andamento dell’economia e dell’occupazione della Regione Siciliana nel periodo 2022-2024 e delle previsioni di crescita per il 2025.

“Il Report Svimez restituisce un’immagine della Sicilia che cresce, che innova, che costruisce futuro. È un documento che conferma come, dall’inizio di questa legislatura, nell’ultimo triennio, la nostra regione abbia saputo imprimere una decisa accelerazione alla propria economia: la Sicilia ha fatto registrare nel 2023 la crescita del pil più alta d’Italia (+2,2%), superiore sia alla media nazionale (0,7%) che a quella del Mezzogiorno (+1,3%). E anche per il 2024 e per il 2025, pur in quadro di incertezza del contesto economico internazionale ed europeo, la Svimez stima che l’Isola resti tra le regioni più dinamiche”.
Lo dichiara il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, commentando i dati anticipati oggi dalla Svimez e che saranno presentati ufficialmente venerdì a Palazzo Reale, a Palermo, nell’ambito di un convegno dell’Anfir e promosso dall’Irfis
“Ancora più significativi – prosegue Schifani – sono i numeri sull’occupazione: +13,5% nel triennio, pari a 174 mila nuovi posti di lavoro. Una crescita trainata da settori strategici come industria, costruzioni e servizi avanzati, ma che trova riscontri positivi anche nel rafforzamento dell’ecosistema dell’innovazione e nel rilancio dell’export agroalimentare, con la trasformazione alimentare che ha superato il miliardo di euro. Non possiamo non rilevare con soddisfazione anche i progressi sul fronte della formazione e dell’inserimento qualificato nel mondo del lavoro: la percentuale di giovani laureati che trovano impiego entro tre anni dal titolo è passata dal 38% del 2019 al 65% del 2023. Un dato che testimonia l’efficacia delle politiche regionali e dell’investimento sul capitale umano”.

“Tuttavia – conclude il presidente della Regione – accanto a questi risultati incoraggianti, il Report ci ricorda che permangono alcune aree di fragilità, in particolare sul versante dell’occupazione giovanile e femminile. Tutto ciò ci impone di tenere alta l’attenzione e di intervenire con strumenti mirati e incisivi”.

Dinamica del PIL. Dopo una variazione del 3,6% nel 2022 (media Mezzogiorno +4,6%), nel 2023 la crescita del Pil siciliano è stata del 2,2%, superiore sia alla media nazionale (0,7%) che a quella del Mezzogiorno (+1,3%). In quest’anno la Sicilia ha fatto registrare il più alto tasso di crescita tra le regioni italiane.
Nel 2024, la Sicilia si conferma tra le regioni più dinamiche con una variazione del Pil pari al +1% (stima SVIMEZ), superiore sia a quella del Centro Nord (+0,6%) che alla media delle regioni del Mezzogiorno (+0,8%). Nel 2025, la stima Svimez del Pil della Sicilia si attesta a +0,6% mostrando come nel quadro di incertezza del contesto economico internazionale, e europeo, la Sicilia rimane la regione più dinamica del Mezzogiorno insieme alla Campania.

Dinamica dell’occupazione. L’andamento dell’occupazione in Sicilia mostra nel triennio 2022-2024, un incremento del +13,5% – superiore alla media del Mezzogiorno (+8,1%) e del Centro- Nord (+6,1%). In valori assoluti si tratta di un incremento di 174 mila occupati. La Sicilia continua, tuttavia, a presentare nel 2024 un divario nel tasso di occupazione (15-64 anni) rispetto alla media Europa (46,1% vs la media EU27 di 70,8%). In Sicilia, la crescita dell’occupazione nel triennio 2022-2024 è stata trainata dall’industria (+24,7%; oltre 30mila occupati in più) e dalle costruzioni (+20,7%; 19mila occupati in più), seguiti dal terziario (+14,2%; oltre 136mila occupati in più); in calo gli occupati agricoli (-10,3%; oltre 12mila posti di lavoro persi) Nel settore manifatturiero, il maggiore incremento di occupati risulta nell’agroalimentare (+4.941) e nella produzione di macchinari e apparecchiature (+5.209). Nei servizi, invece, la maggiore crescita in termini di occupati si rileva nei settori:
istruzione e sanità (+56.597), turismo (+23.391). Importante l’incremento occupazionale nel terziario avanzato: + 20.739 addetti nei servizi alle imprese (+15,6%) e + 5.487 occupati nei servizi ICT (+28,9%). Il Report presenta un’analisi delle caratteristiche strutturali del sistema delle imprese siciliane e delle relative specializzazioni produttive. L’analisi SVIMEZ sugli eco-sistemi industriali certifica tre importanti specializzazioni strategiche per la Sicilia che potrebbero intercettare le potenzialità trasformative delle transizioni verde e digitale.

Ecosistema dell’Agribusiness: con 154.487 addetti concentrati principalmente nella componente agricola e di trasformazione industriale. La produzione agricola è composta per oltre il 40% da ortaggi e agrumi, mentre i prodotti vitivinicoli e dell’olivicoltura assorbono rispettivamente l’8,6 e il 7,5%. Con 24 certificazioni DOP e 7 certificazioni IGP, la produzione vitivinicola ha trainato l’ottima performance dell’export agroalimentare siciliano, con la componente di trasformazione alimentare cresciuta da 836 mln a oltre 1 mld nel periodo 2021-2024. Ecosistema dell’Elettronica con 7.421 addetti localizzati prevalentemente nell’Etna Valley dove si concentrano attività di ricerca avanzata (con progetti di ricerca nel campo della high-performance microelectronics), incubatori e infrastrutture di trasferimento tecnologico (Crossconnect, Le Village by CA Sicilia, l’ecosistema dell’innovazione SAMOTHRACE) e grandi imprese del settore (STMicroelectronics e ENEL-3SUN).
Ecosistema del socioassistenziale che occupa oltre 100mila addetti nel campo della sanità privata per attività di assistenza residenziale e non residenziale. Palermo ospita una parte centrale dell’ecosistema, con i progetti di ricerca nel settore Life Sciences (Ri.MED Research Center e National Biodiversity Future Center).

La questione giovanile. Tra il 2019 e il 2024, l’occupazione giovanile è aumentata di circa 55 mila unità, contribuendo alla risalita del tasso di occupazione in Sicilia dal 25,2% al 30,7%, un dato in recupero ma ancora al di sotto del Centro-Nord (51,6%) e, soprattutto, dall’Europa (59%). Da evidenziare anche la forte disparità territoriale nella nuova occupazione giovanile 2021-2024: il 35% dei nuovi occupati tra i giovani si concentra a Catania, il 21% a Palermo, mentre province come Trapani e Caltanissetta mostrano ancora un saldo negativo. Gli under35 che sono al di fuori del mercato e dei percorsi formativi (NEET – Not in Education, Employment or Training – sono pari a circa 306 mila giovani (il 56% sono donne – 1 su 2 è diplomato). n questo quadro complesso comune ad altre regioni meridionali, emerge un dato incoraggiante in prospettiva. In Sicilia, la quota di laureati che trova occupazione entro 3 anni dal conseguimento del titolo è aumentata in modo significativo dal pre-pandemia, passando dal 38% nel 2019 al 65% nel 2023. Questo miglioramento segnala un rafforzamento del premio occupazionale legato all’istruzione avanzata.

La questione femminile. Nel 2024, il tasso di occupazione femminile in Sicilia si attesta al 34,9%, un valore in crescita rispetto al 2019 (29%), sebbene inferiore rispetto al 61,6% del Centro-Nord e al 66,4% della media europea. Differenziali che richiedono opportune politiche per creare condizioni di opportunità lavorative oltre che di servizi di conciliazione dei tempi di lavoro e di vita familiari. A ciò si aggiunge una riflessione anche in ordine al gap salariale di genere. Nel lavoro dipendente, le donne siciliane guadagnano mediamente il 69,1% dei colleghi uomini, incidenza più bassa del livello nazionale (70,6%) ma superiore alla media del Mezzogiorno (68,4%). La questione di genere emerge anche in relazione alle dinamiche migratorie giovanili: l’incidenza delle laureate sulle giovani che lasciano l’isola sfiora il 50% contro il 35,5% della componente maschile.
Consumi. Le condizioni reddituali delle famiglie rappresentano un nodo strutturale per la Sicilia, che si riflette sulla domanda interna. Nel 2023, oltre il 37,1 % delle famiglie siciliane si colloca nella classe di reddito più bassa, dove si concentra il 20% delle famiglie italiane e il 34% di quelle del Mezzogiorno.
In questo quadro sono apprezzabili le politiche anticongiunturali volte a rafforzare i consumi delle famiglie a reddito medio-basso, come la misura regionale di sostegno al Credito al Consumo.

Indicazioni dal Report SVIMEZ per la strategia SIC 2030:
Solidarietà, Innovazione e Competenze Dal Report emergono alcune indicazioni strategiche per cogliere le opportunità dell’attuale ciclo di investimenti alimentato dalla Politica Unitaria di Coesione e PNRR e volte a semplificare, concentrare e accelerare gli interventi intorno a tre obiettivi complementari: Solidarietà: mediante azioni di sostegno alle famiglie a basso reddito per l’acquisto di beni durevoli, contrasto alla povertà e all’esclusione sociale tramite strumenti di integrazione del reddito e di accessibilità ai servizi e rafforzamento dei servizi di conciliazione per favorire ingresso e permanenza delle donne nel mercato del lavoro. Innovazione:
attraverso azioni di consolidamento e potenziamento degli eco-sistemi industriali strategici (agroalimentare, elettronica, biotech, digitale), sostegno alla crescita dimensionale del tessuto imprenditoriale e supporto alle attività di internazionalizzazione. Competenze: definendo una strategia integrata plurifondo a favore di giovani e donne orientata a: i) estendere la partecipazione all’istruzione universitaria specialmente negli ambiti STEM; ii) rafforzare le agevolazioni destinate ai giovani finanziariamente e con attività di tutoring la nuova imprenditorialità giovanile negli eco-sistemi innovativi;
iv) potenziare il welfare aziendale integrativo.

 

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