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L'annuncio

Emergenza-Urgenza 4.0, in Sicilia arriva la rete sanitaria del futuro. Iacolino: “Risposte rapide e coordinate” CLICCA PER IL VIDEO

venerdì 16 Maggio 2025

Digitalizzazione avanzata, interoperabilità, sicurezza e formazione. Sono questi i pilastri di una profonda trasformazione dell’intero sistema dell’emergenza-urgenza, che diventerà più reattivo e capace di rispondere meglio ai bisogni dei cittadini entro il 30 settembre 2025″. Ad annunciarlo è Salvatore Iacolino, dirigente generale del Dipartimento pianificazione strategica della Regione Siciliana.

Un processo di rinnovamento che coinvolge l’intera rete 118 e che, a breve, entrerà pienamente a regime con centrali operative interconnesse, ambulanze dotate di strumenti digitali, flussi informativi tracciabili. Ma anche un’integrazione sempre più stretta con il numero unico 112 e 116-117.

“L’obiettivo è garantire una risposta più tempestiva e coordinata alle emergenze. Ma anche rafforzare la sicurezza degli operatori sanitari e dei cittadini, grazie alla tracciabilità delle attività e a una scheda medica di bordo particolarmente innovativa – aggiunge –. In questo contesto si inserisce anche il Fascicolo Sanitario Elettronico. È un patrimonio informativo essenziale per ogni assistito e contribuirà a rendere gli interventi più efficaci, soprattutto in fase di emergenza”.

A seguire e coordinare il cambiamento è il Servizio 6 – Emergenza Urgenza Sanitaria, Isole Minori e Aree Disagiate dell’Assessorato regionale alla Salute, responsabile della supervisione della rete Seus 118 in Sicilia.

Le centrali 118

Il primo passo, e probabilmente il più strategico, è l’ammodernamento delle centrali operative del 118, le vere “cabine di regia” del sistema di emergenza-urgenza in Sicilia. Non si tratta solo di sostituire postazioni o installare software più moderni, ma di rivoluzionare il modo in cui si gestiscono le emergenze sanitarie sul territorio.

Entro l’estate, tutte le centrali operative del 118 saranno dotate di sistemi informatizzati di ultima generazione. Saranno capaci di ricevere, analizzare e smistare le richieste di soccorso in pochi secondi, con una visione d’insieme in tempo reale su ambulanze disponibili, ospedali attivi e priorità cliniche. Ma il vero salto di qualità è nella capacità del sistema di lavorare in rete. Le centrali non saranno più isole autonome. Se una struttura si troverà in sofferenza per carenze di personale o problemi tecnici, un’altra centrale potrà subentrare automaticamente nella gestione delle chiamate, garantendo continuità operativa senza alcuna interruzione del servizio.

Una logica interprovinciale, flessibile e integrata, pensata per rendere il sistema più resiliente, veloce e coordinato, in ogni situazione.

Le centrali operative del 118 in Sicilia sono oggi quattro, ciascuna a capo di un’area vasta e interconnessa:

  • Palermo – Trapani
  • Messina
  • Catania – Siracusa – Ragusa
  • Caltanissetta – Enna – Agrigento

Questa riorganizzazione consentirà una gestione più snella, efficiente e soprattutto resiliente dell’emergenza, capace di adattarsi rapidamente anche in situazioni critiche.

Ambulanze connesse e geolocalizzate

Uno dei cardini dell’innovazione tecnologica nel sistema di emergenza-urgenza siciliano è la geolocalizzazione in tempo reale delle ambulanze. Ogni mezzo sarà dotato di GPS e costantemente connesso alla centrale operativa, che potrà visualizzarne la posizione istante per istante, individuare il più vicino al luogo dell’intervento e ottimizzare l’intero flusso dei soccorsi.

Questo significa coordinamento più efficiente, tempi di risposta più rapidi e una gestione intelligente degli accessi ai Pronto Soccorso, evitando sovraccarichi e dispersione di risorse. L’intervento viene così seguito passo dopo passo: l’operatore delle Centrali Operative 118 valuta la distanza e la disponibilità degli ospedali, guida i soccorritori sul campo e assicura una regia continua fino alla consegna del paziente.

Ma l’evoluzione non si ferma al tracciamento. Oggi ogni ambulanza è un nodo attivo della rete sanitaria, connessa digitalmente e dotata di un tablet, che registra ogni azione che l’ambulanza e la sua equipe compie in ambito sanitario e che in un futuro potrà anche essere interconnesso con i servizi di Telemedicina. È da qui che prende forma la scheda sanitaria elettronica di bordo, molto più smart della pregressa scheda cartacea, uno strumento innovativo che accompagna il paziente fin dal primo contatto con il sistema di emergenza.

Questa scheda non è più una semplice raccolta di dati: è un’interfaccia interattiva, con caselle da spuntare e campi predefiniti che rendono la compilazione rapida, precisa e standardizzata. Il medico, l’infermiere o l’autista/soccorritore, in relazione alle specifiche competenze, può registrare parametri vitali, sintomi, interventi eseguiti, farmaci somministrati, risposte del paziente, ma anche accedere alla cronologia clinica, se disponibile. Il tutto in tempo reale e con una futura integrazione con i sistemi informatici ospedalieri.

Oltre al valore clinico, la scheda ha anche una valenza giuridica: è un documento tracciabile, firmato digitalmente, che può essere acquisito e utilizzato in sede giudiziaria in caso di contenziosi, inchieste o ricostruzioni di eventi critici. Ogni operazione è registrata con orario, operatore e localizzazione GPS, rendendo il tracciato un riferimento oggettivo e verificabile.

Grazie a questa tecnologia, il paziente “entrerà” nel sistema ospedaliero già durante il trasporto. I medici del Pronto Soccorso riceveranno in anticipo le informazioni sanitarie, prepareranno le risorse necessarie e, in casi gravi come infarto o ictus, possono attivare immediatamente le procedure salva-vita. La sperimentazione di cui sopra è già attiva presso l’Ospedale Cannizzaro di Catania.

È un cambio di prospettiva radicale: il soccorso non è più un evento isolato, ma l’inizio di un percorso di cura connesso, tracciato, intelligente.

Numero unico 112

In parallelo al potenziamento delle centrali operative del 118, la Sicilia ha già completato una delle trasformazioni più importanti del sistema di emergenza: l’attivazione completa del Numero Unico Europeo (NUE) 112. Un progetto ambizioso, previsto da tempo a livello comunitario, e con la regia affidata al Ministero dell’Interno, che punta a semplificare e rendere più efficiente la gestione delle emergenze, accorpando tutte le richieste di soccorso – sanitarie, di pubblica sicurezza, tecniche – sotto un unico numero.

Una sola chiamata, un solo punto di accesso, un’unica centrale: il cittadino compone il 112 e trova sempre una risposta. Il sistema riceve, filtra e smista la segnalazione verso il servizio competente – 118 per l’emergenza sanitaria, 113 per la polizia, 115 per i vigili del fuoco e 1530 per la Guardia Costiera, eliminando la necessità di ricordare sigle diverse e riducendo drasticamente i tempi di intervento.

Ma il 112 non è solo un numero. È un ecosistema tecnologico e organizzativo avanzato, che rivoluziona l’approccio all’emergenza. In Sicilia è già attivo su tutti i distretti fonici regionali, nonché sulle Isole Minori, raggiungendo il 100% della popolazione regionale.

Considerata l’alta specificità del ruolo dell’operatore del NUE 112, lo stesso riceve periodicamente aggiornamenti sulla propria formazione. Sono addestrati a fornire una prima risposta neutra, precisa e immediata. Il loro compito è indirizzare la chiamata verso il servizio più appropriato.

Questo passaggio rappresenta anche una rivoluzione culturale: richiede al cittadino di chiamare preferibilmente il NUE 112 (il cittadino riuscirà a connettersi con il numero 112 anche se compone il numero sul proprio apparato indirizzato verso l’Arma dei Carabinieri, la Polizia di Stato, i Vigili del Fuoco, la Guardia Costiera ed il Soccorso Sanitario), per un approccio immediato al Sistema delle Emergenze. Una sfida che punta su consapevolezza e collaborazione, ma che promette vantaggi enormi in termini di chiarezza, rapidità e coordinamento tra le forze di soccorso.

Il coordinamento delle centrali e il ruolo silenzioso delle Prefetture

Dietro la macchina del 112 c’è una cabina strategica: le Prefetture. In Sicilia, tre delle quattro centrali operative di II Livello (Arma dei Carabinieri, Polizia di Stato e Vigili del Fuoco) che confluiscono sul numero unico 112 dipendono dal Ministero dell’Interno (l’unica eccezione è quella sanitaria del 118, sotto il Ministero della Salute e quella del 1530, di cui hanno competenza congiunta più ministeri). Alla Prefettura di Palermo è affidato il compito del monitoraggio, e pertanto è istituito un apposito “Gruppo” che periodicamente si riunisce.

Il 112 è quindi molto più di un centralino.

È un sistema di filtro intelligente di I livello. Si interfaccia con la popolazione tramite personale altamente specializzato. Gli operatori ricevono le chiamate, le analizzano e le indirizzano con precisione, evitando sprechi di risorse. La media giornaliera è molto alta: fino a 5.000 chiamate a Catania e circa 3.500–3.700 a Palermo. Se la chiamata non riguarda un’urgenza, l’operatore informa l’utente che non si tratta di un’emergenza. Se possibile, e senza rallentare le chiamate successive, prova a indicare l’ente corretto a cui rivolgersi.

Grazie al filtro del 112, le Forze dell’Ordine ricevono solo segnalazioni realmente appropriate.

L’App Where Are U

A rendere il sistema ancora più efficace c’è l’integrazione con l’app Where Are U, unica APP riconosciuta ufficialmente dal 112 e già attiva in tutta Italia. È un’App gratuita che, una volta installata sullo smartphone, permette di inviare automaticamente la propria posizione alla centrale operativa 112 nel momento stesso in cui si effettua la chiamata.

Un supporto prezioso in molti scenari: un incidente in una zona isolata, una persona colta da malore mentre è sola, o una chiamata effettuata da chi non riesce a parlare, come nel caso di disabilità, panico o confusione. Anche senza fornire dettagli, il sistema sa dove necessita il soccorso, con un margine di errore ridottissimo grazie al GPS integrato e fornendo notizie preziose come la latitudine, la longitudine e l’altitudine.

L’app consente anche di selezionare il tipo di emergenza, sanitaria, tecnica, di sicurezza, ancora prima di parlare con un operatore, velocizzando ulteriormente il processo. In futuro, potrebbe integrare anche funzioni aggiuntive per utenti fragili o con bisogni speciali.

Il 112 e l’app Where Are U, insieme, non sono solo strumenti. Sono garanzie di sicurezza in una società sempre più interconnessa, dove tecnologia e assistenza si fondono per offrire risposte tempestive, coordinate, umane.

Tecnologia sì, ma con l’anima

Ma il nuovo sistema non è fatto solo di software e sensori. È fatto, soprattutto, di persone. Ecco perché uno dei cardini del piano siciliano è la formazione continua degli operatori. Medici, infermieri, autisti-soccorritori: tutti stanno ricevendo aggiornamenti costanti per imparare a usare le nuove tecnologie, ma anche per affinare la comunicazione con i cittadini. Perché l’emergenza è anche empatia, sangue freddo, e capacità di leggere tra le righe di una voce tremante.

Accanto ai nuovi strumenti – centrali informatizzate, ambulanze connesse, tablet di telemedicina, geolocalizzazione – c’è un lavoro profondo e costante sulla preparazione di chi ogni giorno risponde al bisogno più urgente: quello di aiuto. Perché, in emergenza, non basta premere un tasto. Serve ascolto, empatia, lucidità. Serve saper leggere tra le righe di una voce che trema, interpretare i silenzi, rassicurare chi ha paura.

La tecnologia funziona se chi la usa è preparato a farlo con competenza, ma anche con umanità. E questo significa investire non solo in strumenti, ma in relazioni, nel linguaggio, nella gestione dello stress, nella capacità di comunicare in modo chiaro ed efficace anche nei momenti più critici.

Ogni operatore coinvolto nel nuovo sistema sta ricevendo aggiornamenti costanti, sia sul fronte tecnico che su quello relazionale. Le centrali operative non sono più solo luoghi di smistamento, ma diventano centri nevralgici di ascolto, guida e decisione. Ogni secondo conta. Ogni parola può fare la differenza.

Il futuro con sicurezza e responsabilità condivisa

La strada per trasformare l’emergenza-urgenza non è più così lunga, e il passo compiuto è quello giusto. Il sistema sta facendo un salto di qualità concreto e misurabile, grazie a investimenti mirati, tecnologie avanzate e a una rete operativa che – sotto molti aspetti – è già oggi tra le più efficienti d’Italia.

Ma l’investimento della Regione Siciliana non riguarda solo infrastrutture o innovazione digitale. È, prima di tutto, un investimento nella vita, nella capacità di rispondere con tempestività, nella possibilità di salvare persone reali ogni giorno. Ogni dato trasmesso in tempo reale, ogni intervento ottimizzato, ogni secondo risparmiato può trasformarsi in un destino diverso. In una vita salvata.

Se il sistema territoriale dell’emergenza sta correndo, è ora la rete ospedaliera a dover accelerare il passo. Potenziare le strutture, abbattere le attese, integrare in modo efficace i percorsi preospedalieri con quelli clinici. Solo così la macchina dei soccorsi potrà davvero funzionare senza colli di bottiglia all’arrivo dei pazienti.

E mentre la tecnologia corre per offrire risposte migliori ai cittadini, oggi diventa anche un baluardo di protezione per chi lavora in prima linea. Le aggressioni al personale sanitario sono purtroppo in aumento.

Ed è proprio in questo contesto che nasce una delle iniziative più recenti discusse nei tavoli tecnici della Prefettura: l’introduzione di un panic button. Si tratta di un pulsante antipanico, installato a bordo delle ambulanze e indossato dal personale. Basta premerlo per allertare subito la centrale operativa e attivare l’intervento delle Forze dell’Ordine.

In origine si era pensato all’uso delle bodycam, con un potenziale deterrente maggiore. Allo stato attuale sono in corso approfondimenti sulle problematiche legate alla privacy, soprattutto in ambito sanitario. Il pulsante rappresenterebbe invece una soluzione più concreta ed in ogni caso compatibile con le normative. Garantisce una risposta rapida nelle situazioni di pericolo, senza compromettere la riservatezza dei pazienti.

Un gesto semplice, ma potenzialmente salvavita. Sapere di non essere soli, sapere che qualcuno può arrivare subito in caso di emergenza, fa davvero la differenza per chi ogni giorno mette a rischio la propria incolumità per aiutare gli altri.

Il futuro è già qui. Ma perché funzioni davvero, servono scelte coraggiose, collaborazione reale tra istituzioni e operatori, e una cittadinanza consapevole e rispettosa. Solo così il sistema dell’emergenza potrà diventare, e restare, il punto di riferimento solido ed efficiente di cui tutti abbiamo bisogno.

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