Lo stato di salute delle spiagge siciliane torna alla ribalta. Le 14 Bandiere Blu assegnate all’Isola, con l’ingresso delle new entry Messina e Nizza Sicilia (CLICCA QUI), strappano certamente un sorriso, ma il percorso per valorizzare al meglio i 1.637 km di costa appare ancora lungo e tortuoso.
Esempi virtuosi, quelli della Bandiere Blu, che fino ad oggi non riescono a replicarsi in tutto il territorio regionale. In particolare tra il 2018 e il 2019 la percentuale di coste balneabili autorizzate sul totale della linea litoranea è calato, la quantità di aree interdette da vari fattori, come l’inquinamento, è aumentato, raggiungendo numeri alti anche a livello nazionale. L’ultima fotografia di Goletta Verde, risalente alla passata stagione estiva, parla chiaro: su 25 punti campionati, di cui 20 presso spiagge e 5 presso punti critici alle foci, 15 risultano entro i limiti di legge e 10 superano i parametri di legge risultando inquinati o fortemente inquinati. In particolare, 5 sono risultati inquinati, registrando una concentrazione di almeno una delle specie batteriche target sopra il limite, e 5 fortemente inquinati, dove la tale concentrazione è più del doppio del limite stabilito dalla norma.
Eppure i Comuni costieri siciliani sono uno dei punti forti del comparto turistico. Centri e borghi attirano ogni anno, soprattutto nel corso dei mesi estivi, milioni di visitatori provenienti da tutto il mondo. Una programmazione e una pianificazione, però, negli anni spesso è mancata. Specchio di questa condizione è il numero di Piani di utilizzo di demanio marittimo (CLICCA QUI). Dei 123 Comuni costieri solo in 52 l’hanno adottato. Può apparire un numero esiguo, ma fino a pochi mesi fa il bilancio era ancora più nero. “Quando mi sono insediata c’era un solo Pudm adottato. Stiamo lavorando per andare incontro ai Comuni, per agevolarli nel percorso. Passare in pochissimi mesi da 1 a 52 è un primo passo positivo“. Ha dichiarato l’assessore regionale al Territorio e all’ambiente Giusi Savarino.
Incontri e confronti con Anci Sicilia, i Comuni e i loro amministratori e funzionari avviati già a inizio anno, subito dopo l’emanazione del decreto con le nuove regole per snellire le procedure di approvazione dei Piani e le modalità di affidamento delle nuove concessioni. E’ inoltre previsto che i Comuni in regola con l’adozione dei Pudm possono emanare bandi per assegnare nuove concessioni per un periodo fra i 5 e i 20 anni, mentre gli Enti locali con i Pudm già adottati in consiglio comunale, nelle more della loro approvazione, possono rilasciare nuove concessioni per una durata di 6 anni. Tra le indicazioni inserite nelle linee guida per la valutazione delle istanze, è stata introdotta una premialità per le micro, piccole o medie imprese, ma ponendo anche un limite massimo di concessioni di cui si può essere titolare, in maniera diretta o indiretta: non più di due unità all’interno dello stesso Comune, tre unità nella stessa provincia, cinque unità sul territorio regionale.
Al decreto sono seguiti una serie di bandi e avvisi. L’obiettivo? Invertire il trend degli anni precedenti avviando non solo un percorso di programmazione e pianificazione, ma anche tenendo conto di altri elementi essenziali, come l’ecosostenibilità e rispetto degli habitat naturali. In questi mesi è stato previsto un milione di euro per la pulizia degli arenili delle spiagge; interventi di sostegno per la redazione del Pudm, destinando ai Comuni 200mila euro; un bando da 15 milioni di euro per riqualificare le aree di prestigio del nostro demanio marittimo, destinato anche al ripristinare la macchia mediterranea e al miglioramento degli accessi alle spiagge.
L’assessore Savarino ha sottolineato come siano “tante le iniziative portate avanti e che stanno dando i primi risultati. Abbiamo snellito l’iter, sollecitato la Commissione tecnica specialistica e promosso diversi incontri con i Comuni costieri. Alcuni di questi però hanno pochi tecnici. Abbiamo spiegato loro come fare, dando indicazioni, linee guida. Con i tecnici e con i sindaci abbiamo rapporti costanti“.