Gli animali domestici potranno tornare ad essere curati anche con i farmaci “ad uso umano”. A stabilirlo è un nuovo decreto firmato ieri dal ministro della Salute Roberto Speranza. Unica condizione è “che tali medicinali contengano il medesimo principio attivo dei medicinali veterinari”.
Si tratta di un passaggio atteso dal 2006 dalle famiglie che permetterà notevoli risparmi. Molti medicinali veterinari, con lo stesso principio chimico, infatti, hanno un rincaro che varia dal 70% al 90%. in una nota, il ministro ha sottolineato che, i padroni dei nostri amici animali “avranno un risparmio del 90 % per alcune patologie animali“.
SPERANZA
Il decreto è “un atto di equità atteso da anni da milioni di cittadini. Una scelta che consentirà di garantire con più facilità le cure agli animali da compagnia e un risparmio importante per tante famiglie italiane e per le strutture che si occupano di cani e gatti”, dice Speranza.
“Prendersi cura sempre meglio della salute degli animali da compagnia, non è solo un gesto d’affetto e di riconoscenza – sottolinea ancora Speranza -. Significa garantire una importante funzione relazionale e sociale che gli animali svolgono verso gli umani e tutelare la salute seguendo l’ottica One Health, un approccio che tiene insieme il nostro benessere, quello degli animali e quello dell’ambiente”.
“Una grande vittoria”, ha commentato Michela Vittoria Brambilla, presidente dell’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali, che raccoglie deputati e senatori di tutte le forze politiche. Purtroppo. altre richieste di provvedimenti “pet friendly” proposte, come ad esempio la “riduzione dell’Iva sulle prestazioni veterinarie” e “misure per combattere il randagismo“ sono ancora in lista d’attesa.
GLI AMBIENTALISTI
È dal 2006 che associazioni animaliste, parlamentari, consiglieri regionali e comunali di diverso orientamento politico hanno sostenuto questo obbiettivo, denunciando prezzi troppo elevati dei farmaci veterinari che spesso sono la causa dell’abbandono degli animali.
“Questa è una vera e propria rivoluzione nell’ambito veterinario – sottolinea l’onorevole Pristipino, promotrice della svolta – perché andrà a incidere positivamente nelle economie di tante famiglie italiane. Il tutto ottenuto a costo zero e farà risparmiare allo Stato nella spesa veterinaria per i canili, le associazioni animaliste e ai milioni di grandi e bambini che anche grazie ai loro amici di casa hanno affrontato in modo migliore sia il lockdown che la pandemia”.
ENPA
“E’ un passo avanti nel diritto della salute degli animali” dice l’Enpa che, con la presidente Carla Rocchi evidenzia come il decreto sia una risposta concreta “in un momento in cui gli italiani stanno manifestando sempre più il desiderio di prendersi cura di un animale e in cui la crisi sta però mettendo a dura prova tantissime categorie di lavoratori”.
LAV
“Non si tratta solo di risparmiare sui costi, talvolta spropositati, dei farmaci veterinari — dice poi Ilaria Innocenti, responsabile dell’area animali famigliari della Lega antivivisezione —, ma anche di estendere il diritto alla cura di cani e gatti, anche di quelli che una famiglia non l’hanno». Ovvero quelli ospitati in canili e rifugi, che per legge sono a carico, vita natural durante, dei Comuni nei cui territori sono stati ritrovati. E Lav ha fatto anche qualche conto: nel caso un cane o un gatto avessero una gastrite, per la cura sarà possibile risparmiare fino a 20 euro per ogni confezione; per una patologia cronica come la cardiopatia si potranno risparmiare 334 euro all’anno per un cane di 20 kg e ben 524 euro nel caso l’animale necessitasse anche del diuretico. E, altro esempio ancora, in presenza di una dermatite atopica si potranno risparmiare ben 432,44 euro per un ciclo di terapia”.
LEGAMBIENTE