Dopo il successo al Salone internazionale del libro di Torino e a Villa Magnisi, sede dell’Ordine dei Medici di Palermo, la nuova opera di Maurizio Scaglione ed Elio Sanfilippo “Mafia e Pizzo. Pagare non paga” ha conquistato il pubblico di Taormina.
L’opera è stata, nel pomeriggio di ieri, presentata al “Taobuk”, il prestigioso Festival Internazionale del Libro di Taormina, l’evento culturale che celebra la letteratura e le arti con un approccio multidisciplinare, un festival che, oltre a esplorare i temi legati alla letteratura, offre incontri con autori che mettono a fuoco questioni che riguardano la nostra società, nella suggestiva cornice di Palazzo Corvaja.
Presente l’autore Maurizio Scaglione e l’editore Nicola Macaione, con la moderazione affidata al giornalista Francesco Santocono.
Una sala gremita quella di Palazzo Crovaja, attenti alle parole, spesso suggestive, di Maurizio Scaglione. Un excursus storico di quello che è, ancora tutt’oggi, una piaga che colpisce dal più piccolo dei commercianti al grande imprenditore.
“Dimentichiamoci la mafia con la coppola e la lupara, oggi tutto è cambiato ed è più forte. Sanno usare la tecnologia probabilmente più di noi, stanno al passo coi tempi. Tutto gira intorno l’economia, il denaro. La mafia ha assunto contorni internazionali“, spiega Scaglione raccontando vari aneddoti acquisiti nel corso del tempo e della sua lunga carriera.
La mafia è più che mai organizzata, controllano pedissequamente il territorio, la carriera del mafioso inizia col chiedere il pizzo, inizia dalla strada. “Vai a prendere la mensilità“, dicono i capimandamento riferendosi ai “picciotti”, e chi acconsente, spesso e soprattutto per paura, si condanna eternamente. È una morsa quella della mafia che è impossibile scrollarsi da dosso dopo aver allentato la presa.
Serve la cultura, serve l’educazione, perché il fascino dei “soldi facili” sta prendendo piede tra i più giovani. Per questo Scaglione, Sanfilippo e Macaione vogliono partire dalle scuole, vogliono partire dai ragazzi, ma anche dai genitori come ha voluto specificare l’editore de “IlSicilia.it”, perché i ragazzi passano il resto del tempo all’interno delle proprie abitazioni, con le loro famiglie, e se non sono i genitori a impartire quella educazione Antimafia ai loro figli, oltre al lavoro che viene condotto negli Istituti Scolastici, tutto cade.
“La mafia è una montagna di merda”, citando la famosa frase di Peppino Impastato, i delinquenti sono una montagna di merda, serve il coraggio per sconfiggere questo cancro e anche un libro può essere efficace, perché la cultura fa paura alla mafia.