Viale Regione Siciliana è un muro invalicabile. Per tutto e tutti. Non solo per gli automobilisti, ma anche e soprattutto per i pedoni che, ogni giorno, devono fare i salti mortali per spostarsi da un lato all’altro della città. La situazione è disastrosa, da decenni. Ad oggi, la Circonvallazione di Palermo è l’unica arteria stradale, insieme alla SS113, che attraversa da un capo all’altro il capoluogo siciliano. Da tempo si parla di un restyling complessivo del raccordo autostradale per alleggerire l’impatto del traffico su di esso e creare più sbocchi per la viabilità. Fra le possibili soluzioni sul tavolo è stato proposto anche di riesumare il progetto della Pedemontana. Opera da realizzare lato monte ma i cui costi e le relative tempistiche ad oggi restano un mistero.
Lo stato dei passaggi pedonali di viale Regione Siciliana
Come sempre, partiamo dal presente. In un simile contesto e considerando l’alta incidenza di sinistri stradali sull’asse principale della città, ci si aspetterebbe la presenza di numerosi passaggi destinati ai cittadini che si muovono a piedi. E invece, i sottopassi e i sovrappassi utilizzabili sono ridotti all’osso. Molti sono messi male a causa dell’usura e del tempo. Altri, la maggior parte, sono inagibili. In una struttura in particolare, ovvero quella di Borgo Ulivia, alcuni incivili ci hanno perfino bruciato delle auto. I varchi che funzionano presentano disservizi e degrado all’interno. Ascensori rotti da anni e mai riparati. Sporcizia diffusa. La presenza di indumenti e di altri effetti personali, probabilmente appartenenti a qualche “amico di strada” che, la sera, approfitta della struttura per cercare riparo.
Sottopassi inagibili, sovrappassi con tante criticità
Insomma, spostarsi su viale Regione Siciliana resta un problema. E potrebbe restarlo per molto tempo. Muovendosi da est verso ovest, il primo passaggio pedonale disponibile per i cittadini è quello nei pressi di corso Calatafimi. Prima ci sarebbero quelli di Borgo Ulivia, del ponte Corleone e di via Altafonte. Tutti e tre completamente intransitabili a causa della presenza di rifiuti, erbacce e per la mancanza d’illuminazione. E anche quello della IV Circoscrizione non sta messo bene. L’ultima volta che ha conosciuto il delicato tocco di una scopa o di un rastrello sembra davvero lontano.
Procedendo verso il cuore della città, si intravedono i sovrappassi che valicano le linee del tram e il raccordo autostradale. Belli da vedere all’esterno, moderni e dotati di ascensori. Peccato che siano solo tre e posizionati rispettivamente in via Nave, al parcheggio Emiri e nei pressi di piazzale Einstein. E non tutti, purtroppo, funzionano al 100%. In quello di via Nave ad esempio l’ascensore lato monte non è utilizzabile già da alcuni anni. In pratica, una persona con handicap o diversamente abile rischia di non potere entrare nella struttura se non con aiuti da parte di terzi.
La speranza risiede nel futuro
Un triste record per la quinta città d’Italia, ancora priva di un piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche. Documento previsto per le Amministrazioni Comunali addirittura dalla fine degli anni ’80. Il problema non è solo formale, ma anche e soprattutto sostanziale, da ricercare quella cultura della bellezza più volte rievocata da tutti gli schieramenti politici ma molto spesso vilipesa nella realtà dei fatti. Ed è lì, nella quotidianità, che vivono i cittadini. Persone prima che elettori, costrette ogni giorno a superare le difficoltà che la città di Palermo gli presenta. Per arretratezza. Per la lentezza della burocrazia. Per la mancanza di programmazione.