Tre anni di vertenza, tre anni di illusioni. Ad oggi, i lavoratori di Almaviva Contact non hanno nulla di concreto in mano. Fatto per il quale una delegazione degli operatori dei call center siciliani si è radunata questa mattina sotto la sede della presidenza della Regione Siciliana, sita in piazza Indipendenza. A capitanarla i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil.
Motivo del contendere è il mantenimento della cassa integrazione per i 389 lavoratori siciliani. La stessa, rinnovata in extremis lo scorso 30 dicembre, è in scadenza al 31 luglio. E da Roma non arrivano notizie confortanti. “Siamo da tre anni in Cig – racconta Giancarlo Mancuso, lavoratore Almaviva e rappresentante sindacale della Cgil -. Sembra di assistere ad un déjà-vu. Tavoli, incontri e dibattiti. Al momento però non abbiamo concluso nulla di concreto. Chiediamo un cambio di passo. Oggi è il 17 luglio. Dal 1 agosto ci saranno quasi 400 disoccupati in più in Sicilia“. Prossimo appuntamento in agenda il 23 luglio al tavolo ministeriale di Roma, quando le parti si aggiorneranno sullo stato della vertenza.
Vertenza Almaviva Contact, la speranza legata ai progetti regionali

Dai precedenti tavoli ministeriali romani è filtrata infatti l’indisponibilità, da parte dell’azienda, su ulteriori rinnovi degli ammortizzatori sociali. Prima infatti, la società vuole rassicurazioni sulla partenza dei progetti regionali necessari a ricollocare i 389 lavoratori dei call center siciliani. Due le proposte sul tavolo. La prima, relativa al servizio europeo 116117, punta a riassegnare i dipendenti alla gestione dei servizi medici non urgenti dell’ospedale Cannizzaro di Catania e dell’ospedale Civico di Palermo. L’altra riguarderebbe il fronte dell’innovazione tecnologica, anche se la stessa procede più lentamente rispetto al primo progetto.
“Il primo progetto, quello relativo alla sanità, è ormai strutturato – racconta Giuseppe Tumminia della Uil -. Servono alcuni mesi per le autorizzazioni del Ministero e la definizioni delle location sia all’ospedale Cannizzaro di Catania che all’ospedale Civico di Palermo. Tutto si dovrebbe chiudere entro novembre 2025. Sulla digitalizzazione, il progetto è un po’ più lento. Stiamo seguendo le esperienze della Calabria e della Basilicata. Anche qui, i tempi stimati per la realizzazione del piano si aggirano intorno ai cinque mesi. Per questo chiediamo un’ulteriore proroga della cassa integrazione“.
Serve più tempo, ma a Roma le posizioni restano distanti
Servirà un accordo al tavolo ministeriale attualmente in essere a Roma. Altrimenti c’è il rischio di una conclusione infelice della vertenza. “C’è lo spauracchio dei licenziamenti – dichiara Giovanni Gorgone della Cisl -. Abbiamo chiesto una proroga degli ammortizzatori sociali, ma l’azienda non vuole concedere ulteriore tempo, necessario invece ad avviare i progetti su 116117 e sulla digitalizzazione. Piani che andrebbero a coprire l’intera platea di Almaviva Contact“.
Tamajo annuncia: il 23 luglio incontro a Roma su centralino 116117
A margine del sit-in tenuto dai lavoratori Almaviva Contact, una delegazione sindacale è stata ricevuta a Palazzo d’Orleans per discutere dello stato della vertenza. Presente al tavolo di confronto l’assessore regionale alle Attività Produttive Edy Tamajo. L’esponente di Forza Italia ha annunciato che il 23 luglio una delegazione di assessori regionali si recherà alla sede del Ministero del Lavoro, a Roma, per discutere, con tutti gli attori coinvolti, delle prossime azioni da mettere in campo sul fronte degli ammortizzatori sociali e della possibile ricollocazione dei lavoratori di Almaviva. “Lavoriamo su azioni concrete, in stretto raccordo con il Governo nazionale e con il coinvolgimento delle parti sociali – ha dichiarato Edy Tamajo -. Il progetto Nea 116117 rappresenta un modello di innovazione digitale e di inserimento lavorativo“.