“Poteva morire dissanguata, e invece abbiamo dovuto aspettare un’ambulanza che non riusciva nemmeno a passare“. È il duro sfogo del noto imprenditore siciliano Angelo Todaro, marito di Anna Daponte, la donna travolta oggi intorno alle 13 in via Ruggero Settimo da un monopattino elettrico guidato da una giovane straniera residente a Londra.
L’incidente è avvenuto all’altezza dell’incrocio con via Principe di Belmonte. “Mia moglie stava tornando a casa – racconta Todaro – quando una ragazza con il monopattino l’ha centrata in pieno. Le ha tranciato la gamba, provocandole uno squarcio profondo. L’osso era fuori, con tutto il grasso e la pelle che pendevano. Le perdite di sangue erano copiose. Poteva morire, davvero”.

Ma ciò che accade subito dopo, secondo Todaro, è ancora più grave. “Abbiamo aspettato a lungo i soccorsi, ma l’ambulanza non poteva entrare perché i dissuasori installati all’ingresso di via Cavour non sono ancora attivi. Il mezzo di emergenza non aveva lo spazio per passare. Questa è una cosa che va attenzionata con forza, perché qui non parliamo solo di incolumità ma parliamo di vite umane”.
La denuncia dell’imprenditore si allarga anche alla gestione della sicurezza in centro città. “I vigili urbani non si sono visti per più di un’ora. I carabinieri ci hanno detto che non era loro competenza, che dovevano intervenire i vigili. Ma nessuno arrivava. È una vergogna. In una zona centrale, affollata di turisti e residenti, non si può restare per ore senza nemmeno un agente. Via Ruggero Settimo è una delle strade più trafficate della città“.
La donna è stata infine trasportata all’ospedale Civico, dove si trova tuttora. “Non muove le dita del piede – riferisce Todaro – ed è in attesa di accertamenti ortopedici. Dovranno anche procedere alla sutura. Per fortuna è intervenuto subito il farmacista all’angolo con via Principe di Belmonte che l’ha soccorsa e fasciata”.
Todaro si scaglia poi contro l’Amministrazione comunale e l’assenza di controlli sui monopattini elettrici: “Mi dicono che in via Ruggero Settimo è vietato l’accesso ai monopattini, eppure continuano a sfrecciare indisturbati. Senza targa, senza casco. Sono proiettili volanti. Ma la polizia municipale dov’è? Se fosse stata una bambina, oggi staremmo piangendo un morto. Questa città è in mano al caso. Nessuno si occupa della sicurezza reale dei cittadini”.