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La decisione

Open Arms, impugnata l’assoluzione di Salvini: presentato ricorso per “saltum” in Cassazione

venerdì 18 Luglio 2025
Matteo Salvini

Sarebbe viziata da violazioni di leggi la sentenza che ha assolto il leader della Lega Matteo Salvini al processo Open Arms.

Lo sostiene la Procura di Palermo che ha presentato ricorso per Cassazione contro il provvedimento, decidendo di “saltare” l’impugnazione in appello. Per i pm, infatti, il tribunale ha riconosciuto i fatti contestati al senatore – l’avere trattenuto a bordo i migranti – sbagliando però l’interpretazione delle leggi e delle convenzioni internazionali e arrivando alla erronea convinzione che non gravasse sull’Italia l’obbligo di concedere il porto sicuro (Pos) alla nave della ong spagnola che aveva soccorso in mare i profughi. Si tratta del cosiddetto “ricorso per saltum” che consente di evitare il giudizio di appello e di ottenere direttamente una pronuncia della Suprema Corte.

Ho fatto più di trenta udienze, il Tribunale mi ha assolto perché il fatto non sussiste riconoscendo che difendere i confini non è un reato. Evidentemente qualcuno non si rassegna, andiamo avanti: non mi preoccupo. Difendere l’Italia e i suoi confini non è un reato. Su Open Arms non c’è alcuno scontro tra politica e magistratura, e infatti ringrazio il tribunale di Palermo e sottoscrivo tutte le 268 pagine che motivano la mia totale assoluzione, arrivata dopo decine di udienze e anni di approfondimenti“. Sono state le prime parole di Matteo Salvini.

Il ricorso

Il Tribunale di Palermo, con la sentenza impugnata ha accolto pienamente prospettazioni del Pubblico Ministero sulla complessiva ricostruzione dei fatti, divergendo dalla tesi accusatoria solo con riguardo all’individuazione e interpretazione della normativa applicabile alla fattispecie“. Nell’impugnazione i pm citano poi la decisione delle Sezioni Unite Civili della Cassazione del 18 febbraio 2025 che ha condannato il Ministero dell’Interno per un caso analogo, quello della nave Diciotti a cui fu negato lo sbarco. Anche allora a causa del mancato rilascio del POS che il Ministero dell’Interno riteneva dovuto da altri Stati, l’imbarcazione rimase in acque territoriali, nei pressi di Catania, e i naufraghi non poterono raggiungere, per più giorni, la terraferma. “Nella pronuncia – scrive la Procura – si è sostanzialmente affermato che il negato sbarco, lungi dall’essere giustificabile alla luce delle procedure previste in tema di search and rescuе, non solo si pone in contrasto con la chiara normativa internazionale sul soccorso in mare che, comunque, si fonda sul generale e cogente obbligo di soccorso e sul dovere di collaborazione solidarietà tra Stati, ma soprattutto viola l’art. 13 della Costituzione e le altre norme sovranazionali che tutelano il medesimo bene giuridico. Di conseguenza, si è affermato – continuano – che i migranti subirono indubbiamente un’arbitraria privazione della libertà personale e che, anzi, la decisione di merito, che non si era confrontata con tali disposizioni di rango superiore, doveva ritenersi priva di una vera e propria motivazione“.

Il processo

Matteo Salvini al Tribunale di Palermo per il processo Open Arms

Dopo un lungo processo davanti al tribunale di Palermo in cui era accusato di aver trattenuto illegittimamente a bordo della nave della ong Open Arms un gruppo di migranti soccorsi in mare nell’agosto del 2019, impedendo all’imbarcazione l’approdo a Lampedusa, Salvini, il 20 dicembre scorso, era stato assolto. La motivazione della sentenza è stata depositata a giugno. La Procura ha optato per il ricorso diretto alla Cassazione, che è giudice di legittimità, sostenendo che il verdetto di assoluzione non confuta la ricostruzione dei fatti prospettati dall’accusa, che sono dunque accertati, ma si limita, interpretando male leggi e convenzioni internazionali, a dire che l’Italia non aveva l’obbligo di assegnare alla nave spagnola il porto sicuro (Pos). Inutile dunque sarebbe, per i pm, un nuovo processo d’appello.

Il commento di Meloni e Piantedosi

È surreale questo accanimento, dopo un fallimentare processo di tre anni – a un ministro che voleva far rispettare la legge – concluso con un’assoluzione piena. Mi chiedo cosa pensino gli italiani di tutte queste energie e risorse spese così, mentre migliaia di cittadini onesti attendono giustizia“. Ha commentato su X il premier Giorgia Meloni.

Mi dispiace molto per questa notizia, mi ha colpito molto nel rispetto profondo dei passaggi giudiziari. Mi dispiace umanamente e personalmente e anche professionalmente, io ho vissuto quella stagione da capo di gabinetto di Salvini. Me ne sento ancora più partecipe e rivendico l’azione che fu fatta per contrastare l’immigrazione illegale che non è tanto diverso dalle mafie“. Così il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, a margine del convegno ‘Parlate di Mafia’ a Roma sull’impugnazione della Procura di Palermo dell’assoluzione del ministro Matteo Salvini nel processo Open Arms. “Mi ritengo moralmente imputabile anche io“, ha aggiunto.

Il fondatore della Ong: “Fiducia nella procura”

La Procura della Repubblica di Palermo ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione contro l’assoluzione in primo grado di Matteo Salvini, ex ministro dell’Interno, oggi vicepremier e ministro ai Trasporti, imputato di rifiuto d’atti d’ufficio e sequestro di persona in danno dei 147 naufraghi soccorsi dalla nave Open Arms nell’agosto 2019. I fatti sono stati ampiamente ricostruiti in primo grado, abbiamo piena fiducia nel lavoro della Procura“. Così Oscar Camps, fondatore della Ong Open Arms.

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