Aggiungi un posto a tavola, tanto ci potrebbe essere posto per tutti. Alla Città Metropolitana di Palermo è finalmente arrivata la bozza del nuovo Statuto. Documento composto da 45 articoli e venuto fuori dal tavolo tecnico regionale convocato per cercare di definire un atto più omogeneo possibile per i nove enti di area vasta siciliani. Durante l’ultima seduta di Consiglio tenuta a Palazzo Comitini, il sindaco Roberto Lagalla ha parlato di “modello tipo” da tenere presente per le tre Città Metropolitane e per i sei Liberi Consorzi dell’Isola. Certamente, qualche differenza ci sarà da Provincia a Provincia. Ma dalla bozza che riguarda l’hinterland palermitano, vengono già fuori dettagli interessanti. A cominciare dal numero di consiglieri delegati nominabili.
Lagalla potrà nominare fino a 9 consiglieri delegati
I consiglieri delegati rappresentano l’equivalente politico alla Provincia degli assessori di un comune o della Regione. Ciò considerando l’eccezione non da poco che tutti gli incarichi alla Città Metropolitana sono a titolo gratuito. Il primo cittadino, come si legge all’articolo 24 della bozza di Statuto, “può assegnare deleghe, anche temporanee, a uno o più consiglieri in un numero massimo non superiore al 50% della composizione numerica del Consiglio Metropolitano“.
Facendo due conti, l’assemblea provinciale è composta da 18 elementi. Quindi, ci potrebbero essere fino a 9 consiglieri delegati. Se si considera inoltre che il sindaco dovrà nominare anche un vicepresidente, allora si può ipotizzare addirittura che 10 elementi su 13 della maggioranza potrebbero avere un ruolo chiave all’interno della Città Metropolitana di Palermo. Ciò senza considerare i vari capigruppo delle compagini politiche. Un elenco dal quale manca solo il prescelto dal gruppo di Forza Italia. E potrebbe non essere un caso. Sulla questione dei consiglieri delegati, le opposizioni annunciano già battaglia. Il Consiglio dovrà infatti esprimere parere sul documento, il quale sarà sottoposto all’attenzione dell’Assemblea dei sindaci per l’approvazione definitiva.
La bozza di Statuto della Città Metropolitana di Palermo
Guardando alle deleghe, le stesse potrebbero vertere su una serie di campi di competenza dell’ex Provincia definiti dall’articolo 11 della bozza di Statuto. Secondo l’attuale versione del documento, i consiglieri metropolitani si potrebbero occupare di servizi sociali e culturali; di interventi di sviluppo economico relativi a turismo, vigilanza su caccia e pesca, artigianato; l’organizzazione della tutela ambientale; la cura e messa in sicurezza delle strade provinciali e degli immobili di proprietà della Città Metropolitana; della gestione del trasporto pubblico interurbano (anche attraverso il piano urbano della mobilità sostenibile) e delle riserve naturali.
Il successivo articolo, il 12, fa riferimento invece al piano strategico triennale. Un atto di indirizzo chiave per l’azione della Città Metropolitana che “configura gli scenari e determina gli obiettivi generali di sviluppi della comunità metropolitana“. Lo stesso avrà durata triennale e vedrà la partecipazione dei comuni coinvolti tramite l’assemblea dei sindaci.
Merita una menzione poi l’articolo 5, ovvero quello relativo alla cittadinanza digitale. Articolo dedicato alla cittadinanza digitale. La Città Metropolitana, oltre a mettere a disposizione i dati prodotti sotto forma di open data e di contribuire allo sviluppo delle reti informatiche della banda larga, promuoverà “un utilizzo etico e ragionevole dell’IA, riconoscendole il potenziale e le valide opportunità di efficientamento dell’attività amministrativa, garantendo che ogni processoi adottato tramite l’utilizzo di sistemi di IA sia comprensibile e tracciabile“.