“Mio padre ha dato l’avvio a un metodo che è sviluppato nel tempo, ha portato ai risultati davvero importanti. La sua intuizione di creare il pool antimafia, la circolarità dell’informazione e scambio delle informazioni, il coordinamento dell’attività della polizia giudiziaria, le misure patrimoniali, le primissime indagini finanziarie – ha detto Caterina Chinnici, europarlamentare – è stata dirompente. Fu un’innovazione totale rispetto al metodo precedente che nel tempo si è sviluppata e ha portato l’Italia a essere modello di riferimento per la legislazione europea di contrasto alla criminalità organizzata, tema su cui io lavoro a tempo pieno in Europa. Mi ha fatto piacere che il procuratore europeo nel discorso d’insediamento ha detto che il lavoro dei procuratori europei si sarebbe ispirato a quello di Rocco Chinnici”.

“Il 29 luglio 1983 un vile attentato mafioso uccideva il giudice Rocco Chinnici, i carabinieri Mario Trapassi e Salvatore Bartolotta e il portiere Stefano Li Sacchi. A quarantadue anni da quella strage, rendiamo omaggio a servitori dello Stato che hanno pagato con la vita il loro impegno per la giustizia e la legalità”. Lo scrive su Facebook il presidente del Senato Ignazio La Russa. “Chinnici – aggiunge – fu tra i primi a comprendere che la mafia si combatte anche parlando ai giovani, promuovendo consapevolezza e coraggio. La sua azione ha lasciato un segno profondo nella storia della lotta alla criminalità organizzata. Ai figli, a chi ne custodisce la memoria e a quanti hanno condiviso quel percorso, giunga la vicinanza mia personale e del Senato della Repubblica”.

“Ricordare Rocco Chinnici significa andare oltre la doverosa memoria rituale. Significa tornare a riflettere su una visione, su un’intuizione civile che ha cambiato per sempre il volto della giustizia in Italia. Chinnici non fu soltanto una vittima della mafia: fu un innovatore del pensiero antimafia, il primo a comprendere che il contrasto alla criminalità organizzata doveva essere corale, condiviso, collegiale. Da quella intuizione nacque il pool antimafia, non come struttura, ma come atto di fiducia reciproca, come cultura del lavoro di squadra“. L’ha detto il sindaco di Palermo Roberto Lagalla.
“Oggi, in un tempo in cui le mafie mutano linguaggi e forme, il messaggio di Chinnici resta attualissimo: non esistono anticorpi contro l’illegalità – aggiunge Lagalla – senza responsabilità collettiva. La sua eredità morale ci obbliga a non arretrare, a costruire una Palermo in cui la legalità non sia solo norma, ma coscienza viva, quotidiana, condivisa. Lo dobbiamo ai nostri giovani, lo dobbiamo a chi ha pagato con la vita il coraggio di scegliere da che parte stare. Il nostro affettuoso omaggio è rivolto oggi anche ai carabinieri della sua scorta ed al portiere dello stabile, che con lui persero la vita“.
Per Tantillo “Rocco Chinnici fu l’ideatore del pool antimafia, fatto di importanza epocale, che lo colloca a pieno titolo nella storia della magistratura e della cultura giuridica del nostro paese. Fu tra i primi magistrati ad andare nelle scuole a parlare con le nuove generazioni“.
“Ricordiamo oggi Rocco Chinnici, l’ideatore e l’ispiratore del pool antimafia e di un metodo rivoluzionario che pose le basi per un nuovo metodo di indagine fondato sulla collaborazione
tra magistrati. Svolse il suo lavoro con impegno e dedizione e il pensiero sempre rivolto alle giovani generazioni. Quarantadue anni fa fu vittima, insieme agli agenti della scorta e del portiere dello stabile, di un vile attentato mafioso. La sua morte fu un colpo durissimo per l’Italia, ma anche un grido che ha risvegliato molte coscienze”. Lo dice Raoul Russo, componente della Commissione antimafia e senatore di Fratelli d’Italia, ricordando il magistrato ucciso il 29 luglio 1983 a Palermo. “L’esempio di Rocco Chinnici – conclude Russo – che, con coraggio e passione, ha sfidato la mafia, credendo nella forza della giustizia, continua a vivere in tutti noi. La sua memoria è un impegno per tutti a difendere la giustizia e la libertà”.