“Il presidente della Regione, Renato Schifani, ha celebrato l’immissione in rete dell’acqua dissalata come svolta nella gestione della crisi idrica che attanaglia la provincia di Agrigento. Ma la verità è che c’è ben poco da esultare“.
Lo dice il capogruppo del Pd all’Ars Michele Catanzaro.
“L’utilizzo dell’acqua dissalata, pur utile – sostiene Catanzaro – rappresenta solo una pezza temporanea su una crisi strutturale che affonda le radici in anni di incuria e mancanza di visione. Le condotte idriche, ormai fatiscenti, continuano a disperdere oltre il 50% della risorsa disponibile, vanificando ogni sforzo di approvvigionamento e rendendo inefficaci anche gli interventi più emergenziali”.
“Senza un piano serio di ammodernamento della rete e di manutenzione delle dighe – aggiunge – ogni intervento sarà destinato a fallire. La comunità agrigentina merita risposte concrete, non slogan. La crisi idrica non si risolve con annunci a effetto, ma con investimenti, pianificazione e trasparenza.” Catanzaro torna a sollecitare le istituzioni regionali “affinché abbandonino la retorica e si assumano la responsabilità di un piano organico e duraturo“.
“La cittadinanza – conclude – non può più essere illusa da dichiarazioni trionfalistiche che ignorano la realtà quotidiana di migliaia di famiglie e imprese. La crisi idrica in provincia di Agrigento è una ferita aperta. Curarla richiede coraggio politico, risorse adeguate e una visione strategica che metta al centro il diritto all’acqua come bene primario e universale“.