Pubblicato nei giorni scorsi il report dell’Inps su Assegno d’Inclusione (ADI) e Supporto per la Formazione e il Lavoro (SFL), aggiornato al 30 giugno 2025, che offre un quadro dettagliato delle nuove misure di sostegno introdotte in Italia.
A livello nazionale, il numero di nuclei familiari che hanno ricevuto almeno un pagamento di ADI nel periodo gennaio 2024 – giugno 2025 è di 868 mila, coinvolgendo un totale di 2,1 milioni di persone. L’importo medio mensile erogato è di 669 euro. I dati mostrano una forte concentrazione dei beneficiari di ADI al Sud e nelle Isole, che rappresentano il 68% dei nuclei totali e il 73% delle persone coinvolte. Al contrario, le regioni settentrionali registrano un’incidenza inferiore, con il 19% dei nuclei.

La Sicilia emerge come una delle regioni con il maggior numero di beneficiari, riflettendo la concentrazione del fenomeno nel Mezzogiorno, tra le prime a livello nazionale. L’importo medio mensile dell’ADI in Sicilia è leggermente superiore alla media nazionale. L’SFL conta 30.574 beneficiari, con un numero medio di mensilità percepite pari a 5,0, il più basso a livello nazionale.
Il report sottolinea la rilevanza delle nuove misure di welfare in Italia, evidenziando le profonde disparità regionali e l’importanza di monitorare l’efficacia degli interventi, in particolare nelle aree più difficoltà a livello economico e occupazionale come la Sicilia. Abbiamo analizzato i dati per aver un quadro della situazione nell’Isola.
Numeri e volti della Sicilia: l’assegno che sostiene, la formazione che non basta
Assegno di Inclusione: tra le regioni con il maggior numero di nuclei familiari e persone coinvolte
Il report dell’Inps “Osservatorio su Assegno d’Inclusione e Supporto Formazione e Lavoro” fornisce una fotografia dettagliata della situazione siciliana per quanto riguarda le nuove misure di welfare. Nel periodo compreso tra gennaio 2024 e giugno 2025, in Sicilia sono stati registrati 175.382 nuclei beneficiari di almeno un pagamento dell’Assegno d’Inclusione (ADI). Questo dato si traduce in 464.711 persone coinvolte.
Tali cifre non sono solo numeri, ma rappresentano quasi mezzo milione di vite, famiglie e storie che necessitano di un sostegno per affrontare la povertà, la fragilità e l’esclusione sociale.
L’importo medio mensile dell’ADI erogato in Sicilia è di 696 euro. Questo valore è superiore alla media nazionale di 669 euro e significativamente più alto di quello registrato nel Nord (614 euro) e nel Centro (635 euro), sottolineando la maggiore entità del bisogno economico sull’isola.
La Sicilia, insieme alla Campania e alla Puglia, si colloca tra le regioni con il maggior numero di nuclei e persone coinvolte nel programma ADI. La Campania, ad esempio, conta 206.143 nuclei e 560.596 persone, mentre la Puglia registra 84.600 nuclei e 204.504 persone. Questo confronto evidenzia la forte concentrazione del fenomeno nel Sud e nelle Isole, che complessivamente raggruppano 587.718 nuclei e 1.510.672 persone, rappresentando il 68% dei nuclei e il 73% delle persone a livello nazionale.
L’analisi del report, pur non fornendo dati provinciali o comunali, evidenzia un’altra caratteristica demografica cruciale: il numero medio di persone per nucleo in Sicilia è di 2,65, superiore alla media nazionale di 2,4 e a quella del Nord (2,0). Questo dato suggerisce che l’ADI in Sicilia supporta maggiormente famiglie numerose, un fattore che può influenzare sia la scala di equivalenza che l’ammontare del beneficio.
Il beneficio ADI viene calcolato anche tenendo conto di eventuali componenti che svolgono funzioni di cura, come la presenza di minori, o persone disabili, un aspetto che potrebbe essere particolarmente rilevante nella composizione familiare siciliana.
Supporto per la Formazione e il Lavoro (SFL): le “ombre” e i ritardi più evidenti
Parallelamente, il report esamina il Supporto per la Formazione e il Lavoro (SFL), una misura destinata all’attivazione nel mondo del lavoro per le persone a rischio di esclusione sociale e lavorativa.
La Sicilia è la seconda regione in Italia per numero di beneficiari SFL, con 30.574 persone che hanno ricevuto almeno un pagamento nel periodo settembre 2023 – giugno 2025. Questo dato è secondo solo alla Campania (48.915 beneficiari) e precede la Puglia (26.760). Insieme, queste quattro regioni meridionali rappresentano il 71% del totale nazionale dei beneficiari SFL.
Tuttavia, è proprio sull’SFL che emergono le “ombre” più evidenti. Nonostante l’alto numero di beneficiari, la Sicilia registra il numero medio di mensilità percepite più basso a livello nazionale: 5,0. Questo valore contrasta nettamente con la media italiana di 6,7 mensilità e con i dati di altre regioni come la Sardegna (8,0), l’Umbria (7,9) o l’Abruzzo (7,9).
Questo dato allarmante potrebbe suggerire che, sebbene molte persone in Sicilia accedano al programma SFL, il loro percorso formativo o di attivazione lavorativa tende a interrompersi più precocemente rispetto ad altre aree del paese. Le cause di questa interruzione potrebbero essere molteplici, dalla mancanza di un’offerta formativa adeguata alle esigenze del mercato del lavoro locale, a difficoltà logistiche, fino a problemi nella gestione della piattaforma SIISL e nell’interazione con i Centri per l’Impiego.
La Sicilia si trova quindi in una posizione di doppia fragilità: da un lato, è la regione che, per dimensione e necessità, riceve un’enorme quantità di supporto tramite l’ADI, segno di una profonda vulnerabilità sociale ed economica. Dall’altro, i dati sull’SFL indicano che la sola erogazione economica non basta e che i percorsi di reinserimento lavorativo faticano a decollare e a produrre un impatto duraturo.
Il basso numero di mensilità SFL percepite rappresenta la criticità strutturale (che già con il reddito di cittadinanza era emersa come elemento critico) e cruciale per le politiche regionali e nazionali, che dovranno necessariamente rafforzare il lato attivo di queste misure per trasformare il sostegno in opportunità reali di crescita e inclusione sociale.
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I dati nazionali
A livello nazionale, il report Inps rivela che nel periodo gennaio 2024 – giugno 2025, un totale di 867.682 nuclei familiari ha ricevuto almeno un pagamento di Assegno d’Inclusione (ADI), coinvolgendo 2.078.288 persone. L’importo medio mensile a livello nazionale è stato di 669 euro. Nel solo mese di giugno 2025, i nuclei beneficiari di pagamenti ADI sono stati quasi 666 mila, con un importo medio di 694 euro.
La distribuzione dei beneficiari di ADI mostra una chiara disparità geografica, come già indicato prima. Le regioni del Sud e delle Isole contano 587.718 nuclei e 1.510.672 persone, che rappresentano rispettivamente il 68% dei nuclei e il 73% delle persone totali.
Per contro, le regioni del Nord hanno 164.479 nuclei e 326.394 persone, pari a poco più del 19% del totale dei nuclei. La macro-area del Centro registra 115.485 nuclei e 241.222 persone.
Il numero medio di persone per nucleo è di 2,4 a livello nazionale, con un picco di 2,6 nel Sud e nelle Isole e un minimo di 2,0 nel Nord.
La composizione dei nuclei familiari beneficiari
L’analisi si approfondisce ulteriormente esaminando la composizione interna dei nuclei familiari beneficiari. Il report offre una visione dettagliata delle categorie di vulnerabilità presenti tra i circa 666 mila nuclei che hanno ricevuto pagamenti ADI nel mese di giugno 2025.
Una parte significativa, 251 mila nuclei, include minori, sottolineando l’importanza dell’ADI come strumento di contrasto alla povertà minorile. La presenza di persone con disabilità è un altro elemento centrale, con 261 mila nuclei che hanno almeno un componente in questa condizione.
L’invecchiamento della popolazione in condizioni di fragilità economica è evidente nel dato che mostra 341 mila nuclei con ultra-sessantenni tra i beneficiari.
Infine, il report individua 13 mila nuclei con persone in condizioni di “svantaggio” e 236 mila nuclei con un carico di cura, evidenziando la necessità di sostegno per chi si prende cura di familiari non autosufficienti.
I numeri e composizione dei beneficiari del Supporto per la Formazione e il Lavoro
Per quanto riguarda il Supporto per la Formazione e il Lavoro (SFL), il report rivela un totale di 181.942 beneficiari a livello nazionale. Anche in questo caso, la distribuzione geografica è sbilanciata, con il 79% dei beneficiari concentrato nel Sud e nelle Isole.
La composizione demografica dei beneficiari SFL nel mese di giugno 2025 mostra che su 72.469 persone, la maggioranza è composta da donne (43.887), a fronte di 28.582 uomini. Un dato notevole riguarda la fascia d’età: il 39% dei beneficiari ha un’età compresa tra 50 e 59 anni, mentre solo l’1% ha più di 65 anni e il 20% ha tra 40 e 49 anni.
La preponderanza di beneficiari maturi solleva interrogativi sull’efficacia delle politiche di attivazione lavorativa per le diverse fasce d’età e sulla capacità del mercato del lavoro di assorbire anche i lavoratori più anziani o con competenze meno aggiornate.
La composizione per istruzione mostra che il 43% dei beneficiari SFL ha un diploma di istruzione secondaria superiore, il 39% un diploma di scuola media e solo il 6% una laurea.
I dati nazionali delineano un quadro di emergenza sociale ed economica concentrato principalmente nel Mezzogiorno, con l’ADI che fornisce un sostegno essenziale a oltre due milioni di persone. La composizione dei beneficiari svela che le categorie più fragili – famiglie numerose, persone con disabilità, minori e anziani – sono le più colpite.
Parallelamente, l’SFL, pur raggiungendo un numero considerevole di persone, si concentra anch’esso al Sud e si rivolge in modo significativo a donne e lavoratori più anziani, ponendo le criticità del sistema attuale che necessità di un’ulteriore sviluppo e capacità di organizzazione per la riqualificazione e il reinserimento nel mercato del lavoro.
Il nuovo “giro” di ADI e il rischio del “buco” che mette in difficoltà le famiglie
L’introduzione di modifiche normative, come quelle della Legge di Bilancio 2025, ha influenzato l’andamento dell’Assegno di Inclusione. Nei primi sei mesi del 2025, si è registrato un aumento del 7% dei nuclei beneficiari rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, a testimonianza di una misura che ha raggiunto un numero sempre maggiore di persone in difficoltà. Tuttavia, un elemento critico che si è manifestato a fine giugno 2025, e che necessita di particolare attenzione, è la scadenza dei primi 18 mesi di erogazione per coloro che avevano presentato la domanda a gennaio 2024.
Questo ha interessato oltre mezzo milione di famiglie e ha innescato un processo di rinnovo che potrebbe avere conseguenze significative.
La legge prevede che i beneficiari in questa situazione, per continuare a percepire l’ADI per ulteriori 12 mesi, debbano presentare una nuova domanda. A fine giugno, l’Inps ha inviato un SMS per avvisare della scadenza e invitare i beneficiari a rinnovare la richiesta.
Sebbene il processo sembri semplice, in realtà nasconde alcune criticità, soprattutto per i nuclei più fragili. La capacità di reazione e l’alfabetizzazione digitale dei beneficiari, in particolare anziani o persone con difficoltà linguistiche, rappresentano un ostacolo non indifferente. Il rischio è che un’intera fascia di persone, pur avendone diritto, non riesca a procedere in tempo al rinnovo, creando un “buco” nell’erogazione del sostegno. Inoltre, la procedura di rinnovo, che avviene tramite il portale SIISL, si complica in caso di variazioni nella composizione del nucleo familiare, richiedendo una nuova iscrizione e la sottoscrizione del Patto di Attivazione (PAD). Queste procedure aggiuntive rischiano di dilatare i tempi di risposta, lasciando le famiglie più vulnerabili senza il reddito di cui hanno un disperato bisogno.
Per mitigare questo rischio, il Governo ha introdotto un contributo “ponte” straordinario, ma l’erogazione avverrà solo con la prima mensilità del secondo ciclo di ADI, non colmando il vuoto immediato. Questo scenario solleva il timore di un aumento della quota di aventi diritto che non riescono ad accedere alla prestazione.
Come intercettare le esigenze della Sicilia in tema di formazione e supporto al lavoro?
L’analisi dei dati dell’INPS, sebbene confortante sul piano del sostegno economico fornito a un’ampia fetta della popolazione siciliana tramite l’ADI, solleva serie preoccupazioni riguardo l’efficacia del Supporto per la Formazione e il Lavoro (SFL). Questa problematica non è nuova, ma rappresenta la continuazione di una difficoltà strutturale che il Mezzogiorno e la Sicilia hanno già sperimentato con il Reddito di Cittadinanza.
Anche in quel periodo, la componente di attivazione lavorativa e di formazione faticava a decollare, lasciando la misura prevalentemente come un sussidio economico.
Per affrontare queste criticità e trasformare il potenziale dello SFL in un’opportunità concreta per la Sicilia, è essenziale che le politiche pubbliche si muovano in direzioni specifiche e mirate.
Una prima proposta è il potenziamento dei Centri per l’Impiego, non solo in termini di risorse economiche, ma anche di formazione del personale e di innovazione tecnologica, rendendoli veri e propri punti di riferimento per l’orientamento e l’incontro tra domanda e offerta di lavoro.
È fondamentale che ogni beneficiario riceva una valutazione personalizzata e un percorso di attivazione costruito sulle sue competenze e sulle reali esigenze del tessuto produttivo locale.
Un altro punto cruciale riguarda la qualità e la pertinenza dell’offerta formativa. È necessario un investimento massiccio in corsi di formazione professionale che non si limitino a certificazioni generiche, ma che siano orientati a colmare le lacune di competenze specifiche richieste dalle aziende siciliane, specie nei settori in crescita come il turismo, l’agricoltura di qualità e la green economy.
Le aziende locali, in cambio di incentivi, potrebbero diventare parte attiva del processo, offrendo stage e tirocini che spesso si trasformano in opportunità di impiego.

Infine, è essenziale semplificare e rendere più accessibile la piattaforma digitale SIISL, che è il cuore operativo del sistema. La facilità d’uso e la trasparenza delle informazioni sono cruciali per non lasciare indietro i beneficiari con minori competenze digitali.
Sebbene l’intento fosse quello di creare un ecosistema unico e centralizzato per l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, la sua implementazione ha rivelato diverse lacune. Primo fra tutti, il digital divide che affligge ampie fasce della popolazione siciliana.
Questo crea un ulteriore ostacolo all’accesso e alla fruizione del servizio. A ciò si aggiungono spesso problematiche tecniche, come un’interfaccia poco intuitiva o lentezze del sistema che ne rallentano l’utilizzo e frustrano gli utenti. L’integrazione tra la piattaforma e i Centri per l’Impiego, inoltre, non è sempre fluida, generando colli di bottiglia e ritardi nell’attivazione dei percorsi.
Per affrontare queste lacune, sono state avanzate diverse proposte migliorative che necessitano di essere attenzionate e implementate. Un’azione prioritaria è il rafforzamento dell’assistenza “fisica” e non solo digitale. Questo si potrebbe tradurre nell’allestimento di sportelli dedicati nei Centri per l’Impiego o presso i Comuni, dove personale qualificato possa supportare i beneficiari nell’uso del SIISL.
Parallelamente, è fondamentale investire in programmi di alfabetizzazione digitale di base, che rendano gli utenti autonomi e capaci di gestire in futuro la propria ricerca di lavoro online. Sul piano tecnico, è auspicabile una semplificazione dell’interfaccia della piattaforma e una migliore integrazione con i sistemi regionali e con il mondo delle imprese.
In sintesi, per massimizzare l’impatto di ADI e SFL in Sicilia, e per superare le difficoltà croniche del territorio, non basta erogare un sussidio o creare una piattaforma: è necessario un ecosistema di supporto che parta dalle esigenze reali dei cittadini, combinando la tecnologia con un’assistenza umana e con un’offerta formativa mirata, per trasformare davvero il sostegno in un’opportunità di crescita e inclusione duratura. E non solo l’ennesimo e ripetuto “parcheggio” assistenziale.
FONTE DATI: Osservatorio Inps su AdI e SFL – Periodo gennaio 2024 – giugno 2025
Nota Metodologica
Il presente report si basa sull’analisi dei dati contenuti nell’“Osservatorio su Assegno d’Inclusione e Supporto Formazione e Lavoro” dell’INPS, aggiornato al 30 giugno 2025. I dati utilizzati per l’analisi sono di natura amministrativa, derivanti direttamente dagli archivi dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, e riflettono le erogazioni effettuate per le nuove misure di welfare.
L’analisi dell’Assegno d’Inclusione (ADI) fa riferimento al periodo tra gennaio 2024 e giugno 2025, includendo tutti i nuclei familiari che hanno ricevuto almeno un pagamento. Per il Supporto per la Formazione e il Lavoro (SFL), il periodo di riferimento è settembre 2023 – giugno 2025. Il report effettua l’analisi a una dimensione regionale e macro-regionale. I dati sulla composizione dei nuclei beneficiari di ADI e SFL sono stati estratti specificamente con riferimento al mese di giugno 2025.