Condividi
Le dichiarazioni

Landini ad Aci Castello: “Il governo faccia di più su Gaza, cambiare la politica economica e sociale”

venerdì 19 Settembre 2025

Gaza, gli scontri e le guerre in giro per il mondo, economia, lavoro, sviluppo del Mezzogiorno e pace. Sono questi alcuni degli argomenti trattati ad Aci Castello (Catania) dal leader della Cgil Maurizio Landini.  

Gaza e il riconoscimento della Palestina

La notizia di oggi è la mobilitazione e lo sciopero della Cgil ed il fatto che si vada in tutte le piazze con la richiesta molto esplicita al governo e all’Europa che non possono continuare a guardare senza fare e dire quello che c’è da fare verso quel massacro, quella deportazione che è in corso a Gaza. Quella cancellazione della dignità e del diritto del popolo palestinese come la dignità di qualsiasi altro popolo compreso quello israeliano di avere di uno Stato e quindi di avere una identità e di poter vivere in libertà e democrazia, oggi é messo in discussione. E’ necessario che si prendano dei provvedimenti“.

Netanyahu e il suo governo vanno fermati e per fare questo bisogna smettere di mandare armi, interrompere qualsiasi rapporto economico e commerciale e dare un segnale riconoscendo il diritto al popolo palestinese di esistere. Queste sono le richieste che avanziamo, servono cordoni umanitari. Siamo in una situazione disumana ed è importante reagire. Tutte le manifestazioni di popolo e di lavoratori si muovano. Sono in contatto con altri sindacati europei e sappiamo che nei prossimi giorni sono in programma iniziative, in Spagna, Francia e Belgio perché quello che sta avvenendo è di una gravità senza precedenti. Questa logica di violenza partita dall’Ucraina e che si è poi allargata in medio oriente va fermata“.

C’è una lettera del segretario mondiale del sindacato a tutti a tutti i parlamenti, a tutti i presidenti del consiglio, compresa la nostra, dove si chiede il riconoscimento dello stato palestinese, di bloccare l’invio delle armi e gli accordi commerciali ma soprattutto si dice no alla corsa al riarmo. Non è il momento di spendere per le armi ma per i diritti e la qualità della vita delle persone“.

Io penso che quello del governo italiano non sia solo un atteggiamento morbido. Di fronte a quello che sta succedendo a Gaza devi decidere dove stai. Se non dici al governo israeliano che si deve fermare e le armi non gliele mandi più, ma invece gliele continuano a mandare, e non sospendi qualsiasi rapporto commerciale, in realtà diventi diventi complice di quello che sta avvenendo“.

Economia, lavoro e giustizia

Alla critica che ci viene fatta che noi saremmo un sindacato che non si occupa dei lavoratori perché sciopera per la Palestina e per la pace, ricordo che la condizione per avere diritti per poter lavorare in pace ed aumentare i salari, è quella di essere in pace e non in guerra. La logica della guerra sta già determinando un elemento che ci troveremo nella legge di bilancio. Se infatti il governo conferma l’impegno che ha preso con Europa e Stati Uniti, ovvero che da qui al 2035 bisogna portare la spesa per armi al 5% di pil, significa che per i prossimi dieci anni noi ci impegniamo ad aumentare la spesa per le armi nel nostro Paese per cento miliardi. Come fai così ad aumentare i salari, ad investire sulla sanità, al diritto allo studio o nelle politiche industriali?“.

L’Italia è un Paese con un sistema fiscale che pagano solo i lavoratori dipendenti e i pensionati. Il dato è sotto gli occhi di tutti. Nel 2024 l’Irpef, al 90% pagata da dipendenti e pensionati, ha prodotto una entrata maggiore di 24 miliardi per l’effetto della inflazione. Il governo invece continua a fare condoni fiscali, c’è chi chiede di nuovo la rottamazione delle cartelle, continuano a parlare di flat tax. Ma di cosa stiamo parlando?”. Per il leader della Cgil “c’e bisogno di un cambiamento della politica economica e sociale e noi lo chiediamo in modo preciso“.

La maggioranza dei cittadini italiani non va a votare, non si sente rappresentata da nessuno. E in genere quelli che non votano sono quelli che stanno peggio e non quelli che stanno meglio. Il tema della politica tutta, del campo largo, del campo stretto, del governo, è quello di tornare ad occuparsi di chi lavora. Questo Paese è tenuto in piedi da chi lavora e diciamo basta ad una precarietà assurda. Quando diciamo diritti per tutti vogliamo che i lavoratori autonomi e le partita iva abbiano gli stessi diritti degli altri, ovvero alle ferie, alla maternità, agli infortuni, alle paghe adeguate. Chiediamo: il lavoro e le persone tornano al centro di un nuovo modello sociale, si o no?

Credo che luna di miele di questo governo, da un certo punto di vista, non sia mai cominciata. Sono abituato ai numeri: questo governo ha preso 12 milioni e mezzo di voti. Poi ci sono diciotto milioni di persone che a votare non sono andate e altri quindici milioni di persone che hanno votato altri partiti di opposizione. Per una legge elettorale del cavolo che abbiamo in questo Paese questi hanno una maggioranza in Parlamento che io rispetto. Ma la maggioranza in Parlamento non è quella del Paese“. Per Landini “la cosa pericolosa che vedo, se penso alla giustizia, è che chi oggi ha la maggioranza in Parlamento e non nel Paese, sta usando quella maggioranza per cambiare addirittura la Costituzione senza discutere ne confrontarsi con nessuno. Questa cosa sta facendo arretrare il nostro Paese. Quando parlano di occupazione ma di cosa parlano? L’occupazione cresce per gli over 50enni. Siamo passati da quattro milioni e mezzo del 2005 a più di dieci milioni che hanno più di 50 anni. L’occupazione di giovani e donne non sta crescendo. L’occupazione cresce perché non vanno più in pensione. Dovevano cambiare la Fornero e l’hanno peggiorata“.

Sabato 25 ottobre a Roma faremo una grande mobilitazione nazionale insieme al segretario mondiale del sindacato. Non proclamiamo scioperi ma chiediamo alla gente di venire e vogliamo, noi, anticipare le proposte prima ancora che il governo ci dica quale finanziari. Così non ci diranno che siamo pregiudiziali, glielo diciamo prima quello che, secondo noi, deve essere fatto. A quel punto sarà il governo a doversi assumere la responsabilità di dire se è d’accordo o no e cosa intende fare“.

Questo articolo fa parte delle categorie:
Condividi
BarSicilia

Bar Sicilia con Pino Galluzzo: “Sanità, rilancio industriale e ponte sullo Stretto. Ecco la visione di FdI” CLICCA PER IL VIDEO

Puntata 332 di Bar Sicilia con il deputato regionale di FdI Pino Galluzzo: impegno, risultati e prospettive politiche per una Sicilia che vuole risposte concrete per il rilancio del territorio messinese.

La Buona Salute

La Buona Salute 63° puntata: Ortopedia oncologica

La 63^ puntata de La Buona Salute è dedicata all’oncologia ortopedica. Abbiamo visitato l’Ospedale Giglio di Cefalù, oggi punto di riferimento nazionale

Oltre il Castello

Castelli di Sicilia: 19 ‘mini guide’ per la sfida del turismo di prossimità CLICCA PER IL VIDEO

Vi abbiamo accompagnato tra le stanze di 19 splendidi Castelli di Sicilia alla scoperta delle bellezze dei territori siciliani. Un viaggio indimenticabile attraverso la storia, la cultura, l’enogastronomia e l’economia locale, raccontata dai protagonisti di queste realtà straordinarie.