Condividi
I dati

Palermo tra fondi mancati e ritardi: una città che sogna il verde urbano ma resta tra le più grigie d’Italia

martedì 28 Ottobre 2025
rom campo nomadi favorita

In un’epoca in cui le città europee corrono verso la transizione ecologica, Palermo sembra restare non solo ferma e in ritardo, ma incapace persino di accorgersi dell’occasione storica che ha lasciato sfuggire. La città avrebbe potuto infatti piantare oltre un milione di alberi, rigenerando il proprio paesaggio urbano e migliorando la qualità dell’aria, del suolo e della vita dei cittadini. È quanto emerge dal report del WWF Sicilia Nord Occidentale, un documento dettagliato che fotografa con chiarezza impietosa lo stato del verde urbano del capoluogo e le responsabilità amministrative che hanno reso Palermo una delle città più “grigie” d’Italia.

Un polmone che non respira

Secondo i dati citati nel report, Palermo conta appena 11 alberi ogni 100 abitanti, contro una media nazionale di 24. Numeri che collocano la quinta città d’Italia tra le ultime nella classifica del verde urbano. Gli alberi, ricorda il WWF, sono “polmoni” che mitigano le isole di calore, assorbono CO₂, favoriscono la biodiversità e offrono spazi di socialità e salute. Ma nel capoluogo siciliano, tutto questo resta teoria.

La struttura comunale che dovrebbe occuparsene  (il Servizio Ville e Giardini) dispone oggi di soli 130 operatori, contro gli 800 del 2015, un crollo di competenze e forza lavoro che rende impossibile qualsiasi pianificazione a lungo termine. A mancare, però, non è solo il personale. Il Comune non possiede nemmeno un Catasto del verde urbano, lo strumento base per censire e gestire le aree verdi. Si procede quindi “alla cieca”, senza conoscere il patrimonio arboreo, senza programmazione, e senza una visione condivisa di sviluppo.

I fondi c’erano, ma Palermo non li ha chiesti

Eppure, le risorse non mancavano. Il Ministero dell’Ambiente, con i fondi Pnrr (M2C4-I-3.1), aveva destinato 26,7 milioni di euro alla Città Metropolitana di Palermo per la messa a dimora di 621.000 alberi nel triennio 2022-2024, proprio per promuovere la forestazione urbana nelle aree più colpite da degrado ambientale.

Di quei fondi, tuttavia, il Comune di Palermo non ha presentato alcun progetto. Così, la parte principale delle risorse (14,3 milioni) è stata dirottata su sei progetti in area extraurbana, in contrasto con le linee guida del Ministero che prevedevano interventi nelle zone densamente popolate, quelle dove il verde è più necessario. Il resto dalla cifra di 12,5 milioni di euro è rimasto poi inutilizzato, traducendo ciò in circa 290.000 alberi non verranno mai piantati.

Mentre in molte città metropolitane i lavori di forestazione sono già in corso, a Palermo i contratti risultano ancora in fase di emissione, con il termine di completamento fissato a dicembre 2024. Un ritardo che, come sottolinea il WWF, mette a rischio il pieno utilizzo dei fondi Pnrr, poiché il mancato rispetto del cronoprogramma può comportare la revoca, totale o parziale, dei finanziamenti ministeriali.

Un’occasione che non tornerà

Albero caduto a Baida, Palermo, via San MartinoA questo fallimento se ne aggiunge un altro. Il progetto “RiforestAzione” del Ministero dell’Ambiente, previsto per il biennio 2025-2026, stanzia ulteriori 210 milioni di euro a livello nazionale, con 19,5 milioni potenzialmente destinati a Palermo per 450.000 nuove piantumazioni. Ma questi fondi non potranno essere assegnati, perché la città non ha centrato i target del precedente piano. In due tornate, Palermo ha perso la possibilità di piantare oltre un milione di alberi e di trasformare 1.000 ettari di territorio urbano in verde vivo. Una rivoluzione ambientale ormai sfumata per mancanza di coordinamento e scarsa programmazione.

La situazione delle alberature stradali ne è la prova con scelte errate delle specie, potature aggressive, radici che sollevano marciapiedi, chiome non curate. E mentre altrove si piantano filari e si creano corridoi ecologici urbani, a Palermo si discute sugli abbattimenti legati ai lavori del tram, senza un vero piano di sostituzione. Il risultato è una città che continua a consumare suolo invece di restituirlo alla natura. I parcheggi, ad esempio, rappresentano un consumo di suolo “permanente”, spesso realizzati senza soluzioni drenanti, aggravando i rischi di allagamenti e impoverendo le falde acquifere.

Una città che si arrende al “grigio”

Il report si chiude con un appello alla trasparenza e alla partecipazione. Creare un portale pubblico dove i cittadini possano seguire obiettivi, piani, fondi e risultati, e istituire finalmente un Catasto del verde come base per ogni politica ambientale. Ma la vera questione non è solo amministrativa ma riguarda la visione complessiva di una città che continua a considerare il verde un elemento accessorio, e non una componente essenziale della qualità urbana. Palermo avrebbe potuto inaugurare una stagione di rinascita ambientale, ma oggi più che mai è chiamata a recuperare il tempo perduto. La sfida non riguarda solo la cura degli alberi o dei giardini, ma la capacità di riconoscere nel verde un’infrastruttura di benessere collettivo, salute pubblica e qualità urbana.

Investire in spazi verdi significa rendere la città più vivibile, più resiliente ai cambiamenti climatici, più equa nei suoi quartieri. È una prospettiva che chiede programmazione, competenze e un impegno politico stabile nel tempo.

Non si tratta di rincorrere mode ecologiche, ma di costruire le condizioni perché Palermo possa finalmente respirare, tornando a immaginare il proprio futuro attraverso la cura del suo paesaggio e del suo patrimonio naturale.

Questo articolo fa parte delle categorie:
Condividi
BarSicilia

Bar Sicilia con Giusi Savarino: “Dopo vent’anni Punta Bianca diventa riserva. Novità su bonus edilizio e Bandiere blu” CLICCA PER IL VIDEO

Diversi i temi discussi con l’esponente di Fratelli d’Italia: dal rilancio dei parchi regionali alla Finanziaria

La Buona Salute

La Buona Salute 63° puntata: Ortopedia oncologica

La 63^ puntata de La Buona Salute è dedicata all’oncologia ortopedica. Abbiamo visitato l’Ospedale Giglio di Cefalù, oggi punto di riferimento nazionale

Oltre il Castello

Castelli di Sicilia: 19 ‘mini guide’ per la sfida del turismo di prossimità CLICCA PER IL VIDEO

Vi abbiamo accompagnato tra le stanze di 19 splendidi Castelli di Sicilia alla scoperta delle bellezze dei territori siciliani. Un viaggio indimenticabile attraverso la storia, la cultura, l’enogastronomia e l’economia locale, raccontata dai protagonisti di queste realtà straordinarie.

ilSicilia.it