Viva la mobilità dolce, diciamolo subito. Ma viva anche il rispetto delle regole: se togli una persona incivile dall’automobile e la metti su una bicicletta o su un velocipede, non è che per incanto quella persona si trasforma in un lord inglese.
E a Palermo, a guardare la proliferazione dei monopattini elettrici, sembra dover constatare l’ennesima prova di inciviltà da parte di tanti, con la puntuale violazione di un regolamento (leggi qui il testo integrale)che con molta probabilità non è conosciuto da chi usa questi mezzi di trasporto, che nascono per non essere invasivi e finiscono spesso col creare non pochi problemi alla viabilità a causa del non corretto utilizzo (e a volte, purtroppo, causando anche incidenti che hanno messo in serio pericolo l’incolumità delle persone).
E l’inciviltà, dicevamo, nasce dalla mancanza del rispetto delle regole. Un esempio? La sosta dei monopattini, che “è permessa negli stalli (…) dedicati ai velocipedi, motocicli o ciclomotori oppure a lato strada, ove non espressamente vietata”, come recita il regolamento di Palazzo delle Aquile, “e in ogni caso mai in contrasto con quanto previsto dal codice della strada e sempre con buonsenso affinché non costituisca intralcio o pericolo per tutti i fruitori. È fatto assoluto divieto di abbandono e/o sosta del veicolo lungo tutta la sede stradale, destinata allo scorrimento dei veicoli, nonché sulle intersezioni stradali”. Ebbene, quante volte vi è capitato di vedere abbandonati i velocipedi in luoghi non esattamente scelti con ‘buon senso’? Basta andare sui social per documentarsi.
Un altro passaggio del regolamento prevede che “Lo stazionamento dei dispositivi deve avvenire esclusivamente negli spazi dedicati a velocipedi e motocicli o ciclomotori, nonché in aree dedicate a condizione che non sussistano conflitti con pedoni o altre categorie veicolari”. A ben guardare alcuni ‘posteggi creativi’, però, occorre fare uno sforzo di immaginazione per interpretare come si sia cercato di evitare tali conflitti: non mancano strade sbarrate, soste a sbarramento dei marciapiedi e così via.
A ben vedere, però, non tutta la colpa può essere attribuita ai fruitori dei monopattini. Il regolamento, infatti, tira in ballo anche le società che hanno in concessione il servizio, alle quali attribuisce compiti precisi: “Gli operatori devono svolgere quotidianamente le operazioni di riequilibrio della distribuzione dei monopattini sul territorio in funzione dell’andamento della domanda”, si legge. Ma devono anche provvedere “alla localizzazione ed al recupero immediato di ciascun monopattino che risulta abbandonato, non restituito, o posizionato in aree dove la sosta non è ammessa”. Libro dei sogni o una ‘solida realtà’, per citare lo slogan di una popolare pubblicità? A voi il giudizio.
Ma non è finita qui. Un’altra disposizione del regolamento approvato dall’amministrazione attiva prevede che “Nelle aree di pregio storico/architettonico o comunque sottoposte a vincolo”, la sosta sia rigorosamente vietata”. Rigorosamente, perché vietato non basta. Ma evidentemente, nemmeno rigorosamente serve a molto…