Erano stati condannati per l’omicidio di Antonio Titone, oggi i loro legali hanno richiesto la riapertura dell’istruttoria dibattimentale in appello. Il processo riguarda Giovanni Parrinello, di 44 anni, pregiudicato, e la sua compagna Lara Scandaliato, di 32, entrambi di Marsala, condannati lo scorso 16 dicembre dalla Corte d’assise di Trapani per l’omicidio del 60enne ucciso il 26 settembre 2022.
Sulla istanza deciderà la Corte d’assise d’appello di Palermo. Parrinello è stato condannato all’ergastolo, con sei mesi di isolamento, mentre alla sua compagna sono stati inflitti 17 anni e mezzo di carcere. A poche ore dall’omicidio, i carabinieri identificarono, arrestando Parrinello quale possibile autore del delitto, sulla base di accertamenti fatti dalla polizia. I militari si recarono subito nell’abitazione dell’uomo, nel quartiere Sappusi di Marsala e lo trovarono insieme alla compagna. I due furono interrogati in caserma. E fu la donna a fare trovare i sacchetti con i vestiti usati quando fu commesso l’omicidio.
I due imputati sono stati accusati anche di rapina, perché dopo il delitto si sarebbero impossessati del portafoglio della vittima, dal quale Parrinello vantava un credito. Fu la Scandaliato, lo stesso giorno dell’omicidio, interrogata dai carabinieri, ad accusare il compagno e a far ritrovare il piede di porco con cui fu fracassato il cranio a Titone. Secondo gli investigatori, alla base dell’omicidio ci sarebbe stato un vecchio debito non saldato della vittima per una fornitura di stupefacenti.




