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Una gremita Sala Mattarella ha accolto Piergiorgio Odifreddi, presente a Palermo e protagonista di uno dei focus di un ciclo di incontri organizzati dalla Fondazione Federico II.
Il matematico, logico e saggista piemontese ha scelto come tema la “Laicità dei numeri”, ponendo l’attenzione su come i matematici, e gli scienziati in generale, sappiano bene come le apparenti fredde regole matematiche in realtà non siano affatto distanti dalla Natura e da tutte le sue creazioni.
Odifreddi, autore tra gli altri saggi de “Il matematico impertinente”, definisce l’impertinenza come “non appartenenza”.
Chi non appartiene ai paradigmi culturali, religiosi di matrice dogmatica suscita i risentimenti e le stizze di coloro che appartenendo, lo tacciano di arroganza e insolenza. Così i paradigmi assolutistici emarginano, per esempio in ambito religioso, chi non crede.
“Considero l’impertinenza – sostiene Piergiorgio Odifreddi – come un buon modo, e a volte l’unico possibile, di affrontare i problemi in maniera pertinente”.
Odifreddi è un sostenitore anche del termine “bright” (acuto o brillante) reso sostantivo per la prima volta dal biologo Richard Dawkins per indicare coloro che possiedono una visione naturalistica del mondo.
Un modo per richiamare la luce della ragione accesa dall’Illuminismo, contrapposta a ‘ottuso’ e ‘oscuro’, riferito a chi guarda al mondo con una visione mistica e soprannaturale.
“E’ giunta l’ora – sostiene Odifreddi – di smetterla di chiamare non credenti o atei coloro che semplicemente non accettano superstizioni e miti”.
“I nostri focus – ha concluso Patrizia Monterosso, direttore generale della Fondazione Federico II – rappresentano uno spazio civico di confronto. È emblematico il pensiero di Odifreddi che si allontana da paradigmi pseudo-ufficiali, fuori da ogni assolutismo culturale”.