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Coronavirus, la profezia in un romanzo del 1981

domenica 1 Marzo 2020
coronavirus The Eyes of Darkness,

E’ una coincidenza interessante quella che si scova tra le pagine del libro The Eyes of Darkness di Dean Koontz, uscito nel 1981, nel quale sembrerebbe che l’autore avesse profetizzato l’avvento del coronavirus scrivendo che “intorno al 2020 una grave polmonite si diffonderà in tutto il mondo in grado di resistere a tutte le cure conosciute“.

Il romanzo thriller scritto quarant’anni fa dall’autore statunitense, riemerso alla luce dal popolo di internet, tra le sue pagine parla, infatti, di un virus, letale per l’uomo, creato in un laboratorio nella città di Wuhan in Cina, laboratorio nel quale vi è un programma segreto per la creazione di armi biologiche.

Uno scienziato cinese di nome Li Chen fuggì negli Stati Uniti, portando una copia su dischetto dell’arma biologica cinese più importante e pericolosa del decennio. La chiamano ‘Wuhan-400’ perché è stata sviluppata nei loro laboratori di RDNA vicino alla città di Wuhan ed era il quattrocentesimo ceppo vitale di microorganismi creato presso quel centro di ricerca – riporta il libro – Wuhan-400 è un’arma perfetta perchè colpisce solo gli esseri umani”.

Paolo Attivissimo

Su quanto riportato si è soffermato il giornalista informatico Paolo Attivissimo, che nel suo blog ha voluto dire la sua: “E‘ pressoché inevitabile che fra i milioni di storie che vengono scritte prima o poi qualcuna ci azzecchi, almeno vagamente. Oltretutto -aggiunge- Koontz ha pubblicato più di una versione del suo romanzo, cambiandone i dettagli. Nella versione originale, uscita nel 1981, non si parla affatto di Wuhan, ma della città sovietica di Gorki, e il virus si chiama ‘Gorki-400’. Divenne Wuhan nell’edizione del 1996, per tenere conto del fatto che l’Unione Sovietica non esisteva più e che la Cina sembrava una fonte più credibile“.

Il blogger ricorda infine che “quello di Koontz non è il primo caso di apparente precognizione letteraria: il romanzo del 1898 The Wreck of the Titan di Morgan Robertson ‘previde’ il disastro del Titanic del 1912 descrivendo un transatlantico, il Titan, che affondava nel Nord Atlantico dopo uno scontro con un iceberg. In questo caso, però, il romanzo fu ritoccato dopo il 1912 per renderlo più calzante. Nella versione originale, infatti, la nave era di stazza minore, e il titolo era un ben più generico Futility“.

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