Da quando anche a Palermo cinema, teatri e luoghi di aggregazione culturali, e non solo, hanno chiuso al pubblico, in rispetto delle norme imposte dal decreto del Governo per il contenimento del Covid-19, tutti gli operatori del settore, comprese alcune testate giornalistiche, si sono adoperati, virtualmente, per non ‘lasciare solo’ il proprio pubblico.
Fatta salva l’intenzione di buona fede che va riconosciuta, apprezzata e, in qualche circostanza, promossa, questa immensa e continua macchina ‘virtuale’ che si è messa in moto ci ha fatto riflettere non poco sulla reale necessità di questa sovrabbondante offerta, e sulla sua reale efficacia.
Un’onda simile ad uno tsunami di hashtag – che vi risparmiamo – ci ha travolti attraverso i canali social, da Facebook a Instagram, con programmazioni anche quotidiane di video realizzati con mezzi propri – e perciò non propriamente professionali – in cui artisti di ogni genere, per rispondere alla “chiamata all’Arte”, hanno donato il loro contributo.
Letture di poesie, brani di testi teatrali, esibizioni live, consigli su libri da leggere o film da guardare, performance di ogni genere si rimbalzano nella rete. Al fine di cosa?
Alleviare questo momento drammatico distraendoci con la Cultura? Fare compagnia? Evitare l’oblio di realtà come la poesia e il teatro?
Noi la vediamo diversamente ed è per questo che non proporremo nessuna iniziativa “straordinaria” ai nostri lettori ma continueremo a fare, come ogni giorno, il nostro lavoro approfondendo semmai, considerata l’assenza di calendari, aspetti che nella frenesia della quotidianità non sempre trovano spazio.
Tutto questo non per andare controcorrente o essere diversi ma solamente perché, frequentando i teatri e gli appuntamenti culturali, abbiamo scoperto – e non vogliamo scendere a compromessi su questo aspetto – la travolgente meraviglia dell’essere e del sentirsi, fisicamente, di fronte ad un attore.
Il teatro in streaming è una contraddizione in termini, perché teatro è condivisione, umana e reale, di uno spazio e tempo comune, in continuo scambio tra platea e palcoscenico.
Questo vale, ça va sans dire, per tutte le espressioni artistiche realizzate dal vivo – musica, letture, danza – che finora ci hanno nutrito.
Sì è vero, i social in questo momento storico stanno svolgendo un’importantissima funzione ma dobbiamo stare attenti a non snaturare ciò che mai potrà trovare sostanza nel virtuale.
Preferiamo coltivare – nell’attesa che tutto torni alla normalità – la bellissima nostalgia di “ciò che non è e non può essere” in questo momento.
Citiamo a tal proposito, condividendo a pieno, la frase che compare sotto ogni post pubblicato sul profilo Instagram del Piccolo Teatro di Milano: “Il teatro vive, anche a sipario calato, nei nostri occhi“.
Vogliamo ringraziare, quindi, tutti quegli artisti che non hanno calpestato il palcoscenico virtuale e, sempre attraverso i canali social, hanno onorato la Cultura; esempio ne è il post di Giuseppe Tantillo, autore e attore palermitano.
Ben vengano i canali youtube e le web Tv in cui si ripropongono prime teatrali, riprese con strumenti all’altezza del valore artistico delle rappresentazioni e realizzate da tecnici qualificati, che sono state custodite nelle biblioteche digitali.
Ma, anche in questo caso, perché condividere solo in situazione di emergenza questo materiale che, sempre, dovrebbe essere fruibile dal pubblico?
Non vogliamo credere che ci siano ‘momenti particolari’ per diffondere la Cultura…
Considerazioni a parte, invece, vanno fatte per le azioni intraprese dal Mibact, dalla maggior parte dei Musei nazionali e dall’Unesco, che ha messo a disposizione di tutti l’intera biblioteca mondiale digitale (sperando che al termine della pandemia rimangano fruibili), che nell’impossibilità di viaggiare possono essere importanti risorse.
Crediamo che chi di Cultura si è sempre nutrito lo continuerà a fare anche in questo momento buio e di restrizioni e che, forse, non avere una “pillola di intrattenimento” già pronta a portata di click possa aprire una strada privilegiata alla scoperta di quel “sapere superiore” che attende solo di essere trovato attraverso una ricerca introspettiva e personale.