“Il decreto Cura Italia? Aria fritta. Le misure del governo nazionale condannano a morte imprese e lavoratori“: è una bocciatura senza appello quella del commercialista, consulente del lavoro e presidente del “GAL Terre Normanni” Giuseppe Sciarabba sull’atto avente forza di legge varato dall’esecutivo Conte.
Quello che per Roma dovrebbe essere un provvedimento che dà ossigeno alle imprese e professionisti, secondo Sciarabba è invece una mannaia che taglia le gambe al futuro delle attività sul territorio nazionale e in Sicilia in particolare.
Molte le norme del decreto contro cui Sciarabba punta il dito, a cominciare da quelli che riguardano le estensioni della possibilità di applicare la cassa integrazione in deroga: “L’articolo 22 del decreto – afferma Sciarabba – stabilisce che l’ammortizzatore sociale possa essere richiesto con partenza dal 23/02/2020, previa consultazione sindacale. Ma com’è possibile una consultazione preventiva alla data del 23/02/2020 se il decreto è stato pubblicato il 17/03/2020?”, si chiede Sciarabba. Che fa una seconda osservazione sul tema: “Si prevede una finestra di tre giorni per presentare l’istanza per via telematica a contrattazione avvenuta, un termine decisamente esiguo, impossibile da rispettare“.
Critiche anche sulle misure che prevedono una sospensione del pagamento degli oneri contributivi per imprese, professionisti e lavoratori: “I versamenti sospesi dovrebbero poi essere recuperati al 31/5, in unica soluzione o in cinque rate senza sanzioni o interessi – ragiona Sciarabba – Il pagamento in cinque rate della sospensione esclude i carichi fiscali pendenti. Con il sistema economico bloccato i 25 miliardi del governo italiano sono assolutamente insufficienti ed inadeguati. È necessario iniettare liquidità nel sistema, quel che concerne l’aiuto gli imprenditori, ai professionisti ed in generale ai settori produttivi risultano insufficiente“.
E qui il commercialista e consulente del lavoro fa un’annotazione politica: “Mi trovo d’accordo con la proposta di Matteo Salvini, che suggerisce l’annullamento, e non il rinvio, del pagamento di tutte le tasse (riferito al periodo dell’emergenza coronavirus, ndr). Altrimenti non si capisce come le imprese riusciranno a riaprire”.
Duro anche il commento sulle disposizioni in materia di lavoro che prevedono il divieto di licenziamenti per ragioni economiche per 60 giorni imposto alle imprese, che intanto sono chiuse per decreto per contenere la diffusione del virus COVID-19. “È inaccettabile – afferma Sciarabba –, infatti con incassi uguali a zero e senza prospettive di ripresa l’avvio di una procedura di Cig rappresenta esclusivamente un ulteriore onere che difficilmente potrà essere sostenuto. Infatti le conseguenze della chiusura della pressoché totalità degli esercizi commerciali, dei ristoranti, dei pubblici esercizi, degli alberghi, del terziario rappresenta un colpo pesantissimo per il nostro sistema Sicilia già debole di suo, bisogna essere più incisivi nelle misure a sostegno delle imprese. Gli ammortizzatori sociali per le persone licenziate, a partire dalla Naspi, ci sono. Occorreva un approccio totalmente differente – conclude Sciarabba – e più incline alle situazione drammatica che stanno vivendo gli imprenditori”.