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Coronavirus, De Luca prova i droni: “Pronto ad utilizzarli già da lunedì”

domenica 29 Marzo 2020
De Luca droni

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Il sindaco di Messina, Cateno De Luca, ha provato oggi, domenica 29 marzo, a Piazza Stazione, grazie all’ausilio di un pilota di droni, il primo drone che vuole utilizzare nell’emergenza Coronavirus, per registrare e fotografare con la telecamera la presenza di cittadini che escono in violazione del Dpcm senza validi motivi.

“Spero già da lunedì – spiega De Luca – di poterli utilizzare, registreremo anche la mia voce che richiama l’attenzione dei cittadini che non rispettano i divieti”.

“In attesa che si decidano se possiamo o non possiamo usarli – dice il sindaco che giovedì scorso è stato denunciato dal Ministro dell’Interno per vilipendio – noi intanto andiamo avanti. Non è vero che è vietato far volare i droni, il Capo della Polizia sta solo parlando con l’Enac per capire quali le modalità affinché le utilizzino le polizie municipali locali”. La voce registrata di De Luca riporta queste parole:Non si esce! Questo è l’ordine del sindaco De Luca e basta, vi becco a uno a uno”,

De Luca, dunque, testa nuovamente i droni e adesso aspetta di capire se potrà utilizzarli per verificare, in particolare, criticità sul territorio, come assembramenti in strade. Questo strumento potrebbe visionare e trasmettere in remoto le immagini di ciò che vede e attraverso un sensore di 100 decibel di potenza sonora sarebbe anche in grado di diffondere un messaggio registrato con la voce in questo caso proprio di De Luca per “invitare” i cittadini a rimanere in casa.

Il placet per il ricorso ai droni per monitorare il rispetto delle norme sul Coronavirus è durato pochi giorni. Così, dopo l’ok dell’Enac del 24 marzo scorso, è arrivata nelle scorse ore la decisione del Viminale che secondo alcuni rappresenterebbe anche e soprattutto un nuovo segnale lanciato proprio al sindaco metropolitano. C’è un problema di sicurezza, di privacy, di equilibri e ordine nel traffico aereo: da qui la frenata, e per questo dal 27 marzo, dunque, stop a questi mezzi per la vigilanza Covid-19.

La comunicazione è partita dal Viminale, dipartimento di Pubblica sicurezza guidato da Franco Gabrielli, per le prefetture, i Comandi generali dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, le altre articolazioni della Polizia di Stato (Stradale, Ferroviaria, Comunicazioni, Reparti speciali, Immigrazione, Anticrimine, Prevenzione). Attendere l’esito scrive in una nota il capo della segreteria del Dipartimento, prefetto Mario Papa, “degli approfondimenti prima di proseguire”.

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