“Dopo quasi un mese i ministri del Lavoro e dell’Economia partoriscono un “ decretino” con il quale attribuiscono ai lavoratori autonomi e ai professionisti iscritti agli enti di diritto privato di previdenza obbligatoria la vergognosa e miserrima indennità di 600€ per il mese di marzo, denominandolo senza alcun rossore “sostegno del reddito” che verrà erogato fino ad esaurimento del Fondo. Avere eliminato l’originaria previsione della regolarità contributiva alle casse di appartenenza era il minimo, ma rimangono evidenti disparità e incongruenze”.
Lo dice Stefano Santoro, ex assessore comunale, avvocato palermitano ed esponente della Lega: “Si tratta – dice – di un’indennità ridicola e offensiva che si pone persino al di sotto del reddito di cittadinanza che non permetterà di coprire in alcun modo le spese correnti costituite dai canoni mensili di locazione degli studi professionali e delle utenze e men che meno permetterà il sostentamento di tanti professionisti, lavoratori autonomi e delle loro famiglie”.
“Questa è la scarsa considerazione che gli avvocati Giuseppe Conte e Alfonso Bonafede, rispettivamente premier e ministro della Giustizia, nutrono nei confronti dei loro colleghi, di tutti i liberi professionisti e dei lavoratori autonomi, nonché da parte dei ministri del Lavoro e dell’economia i quali ignorano che ciascun professionista dovrà versare i contributi obbligatori alle proprie casse di previdenza alla fine del periodo di sospensione. L’aspetto più grottesco del decreto firmato nella tarda serata di ieri è quello di avere escluso dalla platea dei beneficiari della miserrima indennità i giovani avvocati e in generale tutti i giovani professionisti e lavoratori autonomi che hanno iniziato a svolgere attività lavorativa nel 2019 e nei primi mesi dell’anno in corso, nonostante siano ugualmente meritevoli di ricevere aiuto dallo Stato, avendo inevitabilmente affrontato spese di avviamento degli studi o persino costituito nuovi nuclei familiari fondandoli sull’attività da poco avviata”.
“Un’odiosa discriminazione – prosegue Santoro – come se i giovani professionisti e i giovani lavoratori autonomi fossero figli di un “Dio minore”. Infine si dimostra incomprensibile l’ulteriore esclusione operata dal decreto di tutti i professionisti e lavoratori autonomi che abbiano percepito nel 2018 un reddito superiore a 50 mila lordi, poiché essendo reddito lordo complessivo percepito e cristallizzato quasi due anni fa non può corrispondere ad un’attuale condizione di benessere economico e a parametro valutativo, essendo assolutamente plausibile un registrato decremento del reddito nel 2019 per cause legate all’evidente crisi economica che già affliggeva la nostra nazione prima dell’arrivo della drammatica pandemia COVID -19. Questi provvedimenti denotano tutta la loro inadeguatezza rispetto al reale grido di allarme che proviene dal mondo dei liberi professionisti e dei lavoratori autonomi mostrando l’ incapacita’ del governo che a differenza di altri stati partorisce un intervento da fame che comunque non verrà percepito dalla maggioranza dei professionisti!