Lo sport dilettantistico è messo alla strette dall’emergenza coronavirus. Un mondo “operaio”, in cui non si gioca per i soldi ma per la gloria.
Con il campionato e gli allenamenti sospesi, le società devono comunque pagare gli impianti ed altre spese correnti. Questo è l’allarme lanciato dal presidente del Palermo Calcio a 5 Salvo Messeri. Il numero 1 del team di futsal palermitano parla della situazione delle ASD siciliane e non.
LE PAROLE DEL PRESIDENTE SALVO MESSERI
“Un aspetto che né il Coni né la LND hanno probabilmente preso in considerazione è il caso di quelle società che, come la nostra, hanno in gestione degli impianti sportivi. Cercherò di essere il più chiaro possibile. Le squadre che si allenano in campi che non sono di proprietà delle società si limitano a pagare queste strutture private“.
“In questo momento di profonda crisi legata all’emergenza Coronavirus – prosegue Messeri – le società che non gestiscono un impianto, a seguito della sospensione degli allenamenti in linea con le direttive del governo e della Lega Nazionale Dilettanti, non devono porsi al momento il problema degli affitti“.
“Come è logico intuire, invece, è diametralmente opposto il caso di quelle società che, come il Palermo Calcio a 5, gestiscono un impianto sportivo. Una struttura chiusa – prosege il numero uno del club rosanero – ha dei costi non indifferenti. Lo stop dei campionati, infatti, non coincide con uno stop degli affitti da pagare ai privati“.
Le società come l’ASD Palermo Calcio a 5, allo stato attuale delle cose, sono comunque costrette a pagare gli emolumenti dovuti.
“Rivolgo dunque un appello ai presidenti Sandro Morgana e Santino Lo Presti della Lega Nazionale Dilettanti. Le società dilettantistiche di futsal che gestiscono un impianto devono essere maggiormente tutelate e prese in considerazione viste le lapalissiane difficoltà economiche che, specie in questo periodo, sono chiamate a fronteggiare“.
“Una cosa è certa. Se non si dovessero adottare dei provvedimenti – chiosa Messeri – rischierebbero di scomparire oltre 3000 squadre dilettantistiche, quadro molto più drammatico di quello ipotizzato inizialmente“.