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La Brioscia col tuppo: tra origine e curiosità l LA RICETTA

martedì 14 Aprile 2020
Granita

Per il nostro “Grosso, grasso, patrimonio siculo“, non poteva mancare la “Brioscia col tuppo” che, poi, i francesi, al contrario di quanto si pensi, tradussero in “brioche“. Leggenda vuole che questa bontà sicula sia nata in una nobile famiglia siciliana, dal nome ignoto, che desiderava qualcosa di morbido in cui spalmare la marmellata per la colazione. I croissants all’epoca non erano diffusi e così il cuoco realizzò questa soffice delizia, di cui vi daremo la ricetta, che conquistò l’aristocratica stirpe e i frequentatori della casa, facendola diffondere e assurgere in breve tempo a una delle ricette tipiche della nostra isola.

Ma il tuppo quale origine ha?
Tuppo è il termine dialettale che indica la crocchia che si facevano le donne e cotinuano a farsi le ballerine. Quindi se dal punto di vista culinario sono i francesi a doverci questa bella invenzione (ricordate sempre che la vostra Patti Holmes è siculocentrica), dal punto di vista etimologico è l’opposto e, infatti, in normanno lo chignon si chiamava “toupin“, in gallico “toupeau” e nel francese moderno “toupet” da cui il siciliano “tuppo“. C’è uno scioglilingua della nostra tradizione che racconta dell’amore tra due giovani ostacolato dalla madre della fanciulla che aveva lunghi e serici capelli raccolti sulla nuca.

Come atto di ribellione, che ostacolava la realizzazione del suo sogno, tagliò la sua dote, quella capigliatura che la rendeva irresistibile agli occhi di tutti e, soprattutto, a quelli del suo innamorato ed ecco che la madre, impietosita, acconsentì al loro fidanzamento. Sansone perse la forza col taglio della chioma, mentre la nostra eroina l’acquistò. La sua forma, fateci caso ha una base rotonda su cui poggia un’altra più piccola che somiglia proprio al tuppo o chignon che, ancora oggi, amiamo farci. Eccovi, adesso, la filastrocca:

Cu lu tupu un t’appi, senza tuppu t’appi. Cu lu tuppu o senza tuppu , basta chi t’appi e comu t’appi t’appi”.

La brioscia tradizionale al posto del burro, che utillizziamo oggi, prevedeva lo strutto, che rendeva i dolci soffici, morbidi e fragranti. Andiamo alla ricetta.

Ingredienti:

⦁ 600 g di farina
⦁ 1 uovo intero
⦁ 3 tuorli d’uovo
⦁ 170 ml di latte
⦁ sale q.b.
⦁ 25 g di lievito di birra fresco (o 7 g di quello secco)
⦁ 80 g di burro ammorbidito
⦁ 100 g di zucchero semolato
⦁ la scorza grattugiata di mezzo limone
⦁ la scorza grattugiata di mezza arancia

Preparazione:
1. Su una spianata ponete la farina a fontana e aggiungete al centro l’uovo intero, un pizzico di sale e i tuorli.
2. Impastate con le mani, unite il lievito e, poi, il latte.
3. Grattugiate la scorza di limone e quella di arancia, unite il burro ammorbidito e lo zucchero.
4. Fate amalgamare tutti gli ingredienti, lavorando l’impasto fino a quando non sarà diventato liscio e omogeneo.
5. Trasferitelo in una ciotola, copritelo con della pellicola trasparente e lasciatelo lievitare per un paio d’ore.
6. A questo punto dividetelo in parti più piccole, lasciandone una parte da utilizzare per il tuppo.
7. Rendetele sferiche, ponetele su una teglia foderata di carta forno. Con l’impasto avanzato fate delle piccole sfere e attaccatele alle basi, spennellandole con dell’acqua e ricoprite tutto con altra pellicola trasparente e lasciate lievitare ulteriormente.
8. Quando saranno raddoppiate di volume, spennellatele con il tuorlo d’uovo e fate cuocere in forno a 180° per 20 minuti.
9. Le vostre Brioscie col tuppo sono pronte.
10. Oltre a riempirle col gelato o accompagnarle con la granita, provate a riempirle con crema di ricotta e scaglie di cioccolato.

Alla prossima con un’altra evasione culinaria.

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