Rebus spiagge a Taormina, dove i balneari si stanno preparando per attrezzare i lidi secondo le nuove disposizioni date dal governo e le relative limitazioni che cambieranno il modo di andare al mare. Ma, a questo punto, il grande punto interrogativo diventa quello delle spiagge libere. Il protocollo Inail-ISS per l’estate 2020 rischia di diventare una mazzata che va a complicare una situazione già drammatica.
“Se i protocolli sulle spiagge sono quelli che ho letto – avverte il sindaco di Taormina, Mario Bolognari -, per il mare io dico che è meglio chiudere le spiagge. Non sono applicabili queste direttive. Riccione e Rimini hanno spiagge enormi, noi abbiamo delle calette, delle piccole baie dove c’è uno spazietto che resta libero per il pubblico. Come si fa a gestirlo? Dieci spazietti, ad esempio, dovrebbero essere gestiti tramite una app per le prenotazioni, e con il contingentamento. Dovremmo dire in questo modo al turista straniero che viene in vacanza con la famiglia a Taormina, che la mattina non si può andare in spiaggia e dovrebbe tornare in un altro turno, il pomeriggio. A quel punto il turista stesso decide di stare a casa, anziché viaggiare per fare la fila persino per andare al mare. Il turismo non è questo, il turismo è divertimento.
“Non si può regolamentare tutto in modo eccessivo o si fanno pasticci. Bisogna puntare sul fatto che le persone possano modificare, in modo autonomo e responsabili, gli atteggiamenti personali sulla base di questa esperienza e quindi muoversi in altri modi, senza accalcarsi nei vari luoghi e magari abituandosi a fare le fila e cercare di tenere delle distanze ma non con l’imposizione rigida”, aggiunge Bolognari.
Dovrebbero essere affissi nei punti di accesso alle spiagge libere dei cartelli in diverse lingue contenenti indicazioni chiare sui comportamenti da tenere, in particolare il distanziamento sociale di almeno un metro e il divieto di assembramento. E si dovrebbe anche mappare e tracciare, con nastri appositi, il perimetro di ogni allestimento (ombrellone/sdraio/sedia) da codificare in modo analogo alle regole previste per gli stabilimenti balneari, per garantire il distanziamento, “evitando l’aggregazione”. Inoltre si dovrebbe individuare il massimo di capienza della spiaggia e l’eventualità di definire turnazioni orarie e di prenotare gli spazi codificati, attraverso l’utilizzo di App/piattaforme on line. Misure che a Taormina non piacciono e suscitano molte perplessità.