5G, ormai ci siamo. In 120 comuni è partita la sperimentazione, non senza polemiche. Anche se tra qualche mese gli operatori avvieranno commercialmente le reti 5G, insieme ai dispositivi compatibili, in alcune città italiane è stata avviata la sperimentazione. Di fatto, questa tecnologia prevede di arrivare a 10-50 Gigabit al secondo entro due anni e 100 Gigabit entro il 2025, contro 1 Gigabit dell’attuale 4G adottato in Italia. Promette anche una latenza ridotta in confronto all’LTE, pari a una decina di millisecondi nei primi dispositivi e a seguire un millisecondo.
Una pacchia per i contenuti live ad alta risoluzione, le videochiamate, le applicazioni di internet delle cose in ambito industriale (robot iot), sanitario (telemedicina), trasporti. Tra gli altri vantaggi vi sarà anche la gestione contemporanea di tanti dispositivi.
Ma i pro sono accompagnati da polemiche e timori, come quelli sui campi elettromagnetici sollevati in Belgio. A Bruxelles infatti la ministra regionale Céline Fremault ha bloccato il progetto pilota che avrebbe fornito l’accesso a internet a banda larga 5G a Bruxelles. Il motivo? I tanti, troppi timori sulla salute dei cittadini.
A sollevare qualche dubbio Pino Apprendi del coordinamento Stop Global Warming che ha inviato una nota all’assessore all’Ambiente Toto Cordaro.
“Nelle nostre città in Sicilia, in questi giorni , c’è un acceso dibattito sulla installazione delle antenne per la rete telefonica 5G. Durante il fermo obbligatorio nelle nostre case abbiamo potuto sperimentare importanti modi per connetterci attraverso le tecnologie moderne e potere svolgere lavori ordinari e straordinari a distanza, per cui ci rendiamo conto della importanza dell’inserimento di nuove tecniche di comunicazione veloce. In ogni caso , non possiamo e non dobbiamo trascurare la salute dei cittadini. Alzare gli occhi verso il cielo ci fa scoprire che in questi giorni numerose installazioni di antenne sovrastano i nostri palazzi, indipendentemente dal contesto abitativo e dalle precedenti antenne installate. Onorevole assessore, é il momento della responsabilità. Bisogna interrompere qualsiasi nuova installazione di antenne perché la Sicilia non si è dotata del Catasto delle Antenne come previsto dalla legge. Fino ad allora ogni atto è da considerare arbitrario e contro legge“.