Scintille a Palazzo dei Normanni in merito al disegno di legge alla sburocratizzazione.
L’assessore regionale Toto Cordaro, presente in aula, ha chiesto per conto del governo un rinvio di 24 ore per potere approfondire alcune parti del testo con gli uffici del Parlamento, contestando alla Presidenza di avere considerato “aggiuntivi“, quindi stralciati, alcuni emendamenti governativi e la mancanza di confronto sul ddl parlamentare, che è stato approvato in commissione Affari istituzionali nei giorni scorsi col voto di maggioranza e opposizione.
Una richiesta che il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, ha colto con sorpresa: “Se si chiede un rinvio in commissione del testo devo fare votare l’aula, ma vorrei capire le reali intenzioni del governo, fermo restando che per me non c’è problema a concedere 24 ore per un approfondimento ma il testo comunque rimane questo“.
Alcuni emendamenti del governo sono stati ritenuti inammissibili dagli uffici. Prendendo la parola il deputato del Pd, Antonello Cracolici, ha richiamato il regolamento parlamentare: “Gli emendamenti si presentano e si votano in commissione, nessuno può presentare direttamente in aula emendamenti che non sono passati dalla commissione, anche bocciati“. Molti parlamentari, intervenuti, hanno ricordato che il testo parlamentare è stato oggetto di un lungo confronto, anche col governo in commissione Affari istituzionali. Nei giorni scorsi, il governo Musumeci ha approvato un proprio ddl sulla semplificazione, trasmesso a Palazzo dei Normanni, dove però la I commissione aveva già varato il ddl Sammartino.
Ma il vero tema della discussione di oggi è chi deve accaparrarsi la vittoria politica nei confronti della sburocratizzazione in Sicilia.
Una sfida tra il Parlamento e il governo, visto che sul tema vi sono ben due disegni di legge che attendono di essere approvati.
Da una parte, vi è il cosiddetto ddl Sammartino, che prende il nome dal deputato di Italia Viva che ne è primo firmatario e sul quale converge anche una parte della maggioranza, tra cui proprio il presidente dell’Ars Gianfranco Micciché, di Forza Italia.
Dall’altra parte, c’è il governo Musumeci che in una riunione di giunta ha approvato un proprio disegno di legge firmato dal vicepresidente e assessore regionale all’Economia Gaetano Armao e dall’assessore alle Autonomie Bernardette Grasso, documento quest’ultimo che è stato già trasmesso agli uffici di Palazzo dei Normanni.
Riprendendo la parola dopo gli interventi dei deputati, l’assessore Cordaro ha chiarito la posizione del governo: “Comunico ufficialmente che il governo non chiede formalmente il rinvio del ddl in commissione provocando un voto che spaccherebbe il Parlamento su una vicenda così delicata, questo errore il governo non se lo intesterà. E’ una norma che noi vogliamo in modo forte ma su un testo che sia un combinato disposto tra quello parlamentare e gli emendamenti di riscrittura del governo per determinare condizioni tali che il testo non venga impugnato“.
L’assessore all’Economia, Gaetano Armao, ha poi aggiunto: “Non c’è stata alcuna valutazione di ordine finanziario, il testo deve essere attenzionato dal Ragioniere generale e dalla commissione Bilancio“.
Dopo avere ascoltato l’aula e la richiesta del governo, il presidente dell’Ars, Miccichè, ha deciso di proseguire con l’esame dell’articolo 1 del ddl Sammartino, anticipando di rinviare a domani poi la seduta, così come chiesto dal governo per entrare nel merito dell’articolo 2.