Malvivente siciliano stacca a morsi un dito a una guardia. E’ successo nella mattinata di oggi, mercoledì 17 giugno, presso il carcere romano di Rebibbia.
E’ stato un detenuto ergastolano, di origini siciliane, sottoposto al regime di cui all’art. 41-bis dell’ordinamento penitenziario, contrariato dal mancato accoglimento di una richiesta dai vertici dell’istituto, dopo aver aggredito gli operatori del Corpo di polizia penitenziaria del Gruppo Operativo Mobile ivi in servizio, ne ha preso a morsi uno di loro, staccandogli una falange che poi pare abbia ingoiato.
A commentare la notizia, per la UILPA Polizia Penitenziaria nazionale è Gennarino De Fazio, che chiosa: “quest’ultimo episodio è il segno tangibile di come le carceri nostrane continuino a rappresentare una vera e propria emergenza sociale e di quanto minino la sicurezza e, persino, la libertà delle istituzioni democratiche. Il continuo assalto agli operatori dello Stato, esposti peraltro a denunce e inchieste non sempre giustificate, sono la sintomatologia più evidente di un’organizzazione inefficace e a lunghi tratti fallimentare che non riesce minimamente a fare in modo che la pena possa assolvere alle funzioni ad essa assegnate dalla Carta costituzionale. Il fatto che l’ultimo episodio, connotatosi, sembrerebbe, anche da cannibalismo, si sia verificato nel circuito speciale dei 41-bis, aggrava, se possibile, ancor di più la disastrosa situazione e impone l’adozione di contromisure immediate, tangibili ed efficaci”.
“Del resto – prosegue il leader della UILPA Polizia Penitenziaria – la media delle aggressioni gravi dei detenuti nei confronti della Polizia penitenziaria si attesta a due al giorno, conteggiando solo quelle più gravi, e né l’Amministrazione, né tantomeno il Ministro della Giustizia hanno saputo finora farvi fronte. Peraltro, anche il pacchetto di misure in favore della Polizia penitenziaria annunciato dal Sottosegretario Ferraresi e proposto sotto forma di emendamenti al DDL di conversione in legge del DL n. 28/2020 pare stia incontrando problemi nell’iter parlamentare”.
A questo punto – conclude De Fazio – chiediamo almeno due segnali immediati: il DAP si costituisca parte civile nei procedimenti penali a carico di detenuti che abbiano aggredito gravemente gli operatori; parallelamente, il Governo si faccia promotore di un “decreto carceri” che affronti l’emergenza penitenziaria con provvedimenti strutturali e coordinati”.