La polizia di Stato, su delega della Dda, ha eseguito un’ordinanza del gip del Tribunale nei confronti di un ispettore di polizia, Vincenzo Di Blasi, di 61 anni, di Salvatore Mendola, 56 anni e di una terza persona.
Il primo è finito in carcere, il secondo ai domiciliari, il terzo con l’obbligo di presentazione alla Pg. Di Blasi è indagato per concorso esterno di associazione mafiosa, mentre Mendola e la terza persona per favoreggiamento aggravato. I tre farebbero parte di una rete di informatori creata dai fratelli Marino, accusati di traffico di stupefacenti e delle truffe alle assicurazioni da parte della cosiddetta “banda degli spaccaossa”.
Secondo le indagini, coordinate dall’aggiunto Salvatore De Luca, i Marino poteva controllare le indagini della polizia attraverso questa “rete”. Salvatore Mendola sarebbe stato in grado di fornite in tempo reale i dati identificativi dei veicoli di copertura utilizzati dalla polizia giudiziaria durante i pedinamenti.
L’organizzazione poteva contare in particolare sulle “soffiate” di Vincenzo Di Blasi, ispettore di polizia in quiescenza, scarcerato nel settembre del 2015 dopo aver scontato una condanna a sei anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa.
Dalle indagini è emersa l’attualità del rapporto tra l’ex ispettore di polizia e gli uomini d’onore di Brancaccio. Di Blasi avrebbe avvicinato ex colleghi della polizia e dei carabinieri per acquisire informazioni riservate da riferire ai Marino che per questo lo avrebbero pagato mensilmente.