“Potevo accettare l’implicito compromesso di Stato, rinunciando a non impugnare la delibera della presidenza del Consiglio dei ministri di annullamento della banca dati ‘si passa a condizione’ ed evitare così il processo per vilipendio? Assolutamente no. Per tale motivo ringrazio il Guardasigilli Bonafede per avere assecondato il capriccio del ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, nel processarmi per il delitto di lesa maestà“.
Così, in una nota, il sindaco di Messina, Cateno De Luca, sull’autorizzazione concessa dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede alla Procura di Messina di procedere nei suoi confronti per vilipendio.
“Rammento ancora la presa di posizione del ministro Lamorgese – aggiunge De Luca – che appresa la notizia della mia opposizione è andata su tutte le furie, è così il povero ministro della Giustizia non ha avuto altra scelta che concedere l’autorizzazione alla Procura di processarmi per vilipendio. Se il 12 giugno scorso non avessi fatto la delibera di impugnazione davanti al Tar del Lazio del decreto presidenziale dell’aprile scorso, probabilmente non sarei stato processato”.
“Ai miei detrattori a Roma – continua il sindaco di Messina – ricordo che già il 3 aprile avevo chiesto di essere processato, perché non accetto compromessi di Stato. A seguito della richiesta della Procura al ministro Bonafede per procedere nei miei confronti, chiesi pubblicamente di andare in tribunale per dimostrare, con le carte in mano, che non si stavano facendo i conti solo con il Coronavirus, ma anche con la malaburocrazia e certi politici allo sbaraglio. Pertanto, ringrazio per avere ascoltato la mia richiesta”.
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