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Questa mattina, nell’ambito dell’operazione “Camaleonte”, la Polizia di Stato di Catania ha eseguito 52 misure di cui 44 di custodia cautelare in carcere a carico di appartenenti al clan mafioso Cappello-Bonaccorsi, coinvolte anche mogli e figli dei boss.
Una vasta operazione antimafia, coordinata dalla Procura distrettuale etnea, volta alla disarticolazione dell’imponente sodalizio di stampo mafioso.
Centinaia di uomini della Polizia, con i Reparti Speciali e i Nuclei Investigativi, coordinati dalla DDA di Catania e dal Servizio Centrale Operativo, sono impegnati nell’esecuzione di un’ordinanza cautelare a carico di numerosi indagati, appartenenti al clan mafioso “Cappello-Bonaccorsi”, coinvolte anche mogli e figli dei boss.
Ai vertici dell’organizzazione, che ha diverse ‘diramazioni territoriali’, la Dda di Catania colloca lo storico capomafia Salvatore Cappello, ergastolano e detenuto in regime di 41bis.
Un’associazione mafiosa, accusa la Procura, dedita alla “commissione di delitti contro la persona, quali gli omicidi, perpetrati al fine di mantenere i rapporti di forza sul territorio, di tutelare i membri della consorteria, nonché per espandere il proprio predominio criminale”. Il clan commetteva anche reati contro il patrimonio (rapine, furti ed estorsioni) e delitti connessi al traffico illecito di sostanze stupefacenti. Tutto questo, ricostruisce la Procura distrettuale, per “acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di attività economiche, di concessioni, autorizzazioni e di appalti pubblici e per realizzare, comunque, profitti o vantaggi ingiusti”.
Una parte degli introiti della cosca arrivavano anche dalla gestione di ‘piazze di spaccio’ con l’acquisto, l’importazione e la vendita di cocaina e marijuana. Le indagini hanno preso avvio nel gennaio 2017 e rappresentano il proseguo dell’inchiesta su Sebastiano Sardo, esponente di vertice del gruppo mafioso, a capo di una ‘cellula’ interna dedita prevalentemente al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti. Si sono concluse nel gennaio 2019. La squadra mobile di Catania e agenti dello Sco hanno anche eseguito il sequestro dell’intero patrimonio aziendale della società ‘Sc Logistica s.r.l.’ di Catania, e di conti correnti e depositi e rapporti finanziari intrattenuti da Mario Strano, accusato di dirigere il gruppo di Monte Po del clan, che era legato alla ‘famiglia’ Santapola-Ercolano e si era poi reso autonomo nel rione di ‘azione’ alleandosi organicamente al clan Cappello-Bonaccorsi.
Sono in corso perquisizioni e sequestri di beni nel capoluogo etneo.