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Dopo avere attraversato l’emergenza della pandemia nella dimensione peggiore, quella di ‘zona rossa’, l’amministrazione comunale di Agira programma la sua ripartenza.
A dichiararlo è il sindaco Maria Greco.
“Abbiamo superato brillantemente l’emergenza sanitaria applicando misure tanto drastiche quanto tempestive per spezzare la catena dei focolai e la diffusione del contagio, a cominciare dalle consegne a domicilio di ogni genere di consumo. Grazie a quei provvedimenti, oggi la vicenda della pandemia è solo un duro ricordo. Continuando a applicare costantemente le regole di sicurezza sanitaria, si tratta adesso di guardare avanti“.
“La struttura del’Outlet Village – prosegue Maria Greco – da 10 anni a questa parte dà una forte boccata di ossigeno a un’area economicamente depressa dell’entroterra siciliano come la provincia di Enna. E’ la realtà commerciale più grande del centro-sud per quanto riguarda questa modalità di vendita nel settore dell’abbigliamento e degli accessori e dal suo avvio si è integrata perfettamente nel tessuto socio-economico di questo territorio, in particolare quello di Agira, dove diverse famiglie vi traggono reddito“. Ma – aggiunge il sindaco – “d’ora in avanti intendiamo puntare di più anche sulle altre attività locali: dalle piccole imprese dell’artigianato, in particolare quelle delle ceramiche artistiche alla ricettività turistica locale”.
Il riferimento è alle abitazioni sparse sul piccolo e antico quartiere che si distende dalla basilica di San Filippo fino alla sommità più alta del paese, di fronte a un panorama a perdita d’occhio di campi e colline, con l’Etna sullo sfondo. Borgo medievale, Agira; ma dalle origini ben più antiche: a comunicarle, dalla sua sommità, il rudere del Castello, edificato e ripetutamente ricostruito nei secoli sulle probabili fondamenta del palazzo riservato ai sovrani dei Sicani. Inoltre, il paese da 46 chilometri da Enna e a 64 da Catania, è la patria di Diodoro Siculo, lo storico greco-siceliota autore della monumentale Biblioteca historica.
Come in altri borghi del centro della Sicilia, anche in una realtà come Agira, comune di poco più di 8mila abitanti, il tasso occupazionale resta basso, cosicché molti giovani sono partiti in cerca di lavoro altrove. “Ma ci sono anche quelli che hanno resistito, scegliendo di restare qui per portare avanti attività non solo nell’ambito dell’accoglienza turistica ma anche in quello agricolo e nell’edilizia“. Settore, quest’ultimo, che nell’attuale fase è assorbito da opere pubbliche: “i 43 cantieri attivi fino a prima del lockdown – conclude Maria Greco – sono stati adesso riaperti tutti“.
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