Nell’ambito dell’inchiesta ‘Ultra’ della Dda di Caltanissetta che ha portato a 46 arresti, un avviso di garanzia è stato notificato al sindaco di Barrafranca (En), Fabio Accardi, indagato per tentativo di corruzione con l’aggravante mafiosa, mentre un funzionario del comune è ai domiciliari.
Il comandante del Ros
A rivelarlo, durante la conferenza stampa nella Procura nissena, è stato il comandante del Ros, generale di divisione Pasquale Angelosanto. “L‘indagine è paradigmatica di quello che è l’agire mafioso con rapporti collusivi con la pubblica amministrazione – ha detto Angelosanto – In particolare all’Ati che si era aggiudicata la gara per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani era stato imposto di affittare un terreno dove ricoverare i mezzi dell’azienda”.
“Terreno di proprietà di uno degli associati che quindi era garantito, perché nessuno poteva porre in essere azioni ostili nei confronti dei mezzi e dei dipendenti, e al tempo stesso c’era un regolare contratto di locazione che veniva regolarmente pagato mese per mese con bonifici bancari. Quindi ci sono anche tracce in questo senso”.
Per il comandente del Ros “il territorio di Barrafranca ed Enna è stato al centro negli ultimi anni di fatti di sangue e delitti che danno l’idea e la consistenza della fibrillazione mafiosa che opera ed è percepibile nel territorio”.
Il procuratore di Caltanissetta
“Una complessa ordinanza di custodia cautelare“. Così il procuratore di Caltanissetta Amedeo Bertone, ha definito l’inchiesta Ultra. “In esito agli sviluppi dell’operazione Kaulonia, ma tenuto conto del nuovo contesto che si è creato con la detenzione domiciliare di Raffaele Bevilacqua, rappresentante della famiglia di Barrafranca”.
“Lo scenario – ha detto Bertone – evidenzia come Bevilacqua abbia cercato di ricostruire, e ci sia riuscito, i rapporti. Sono contestate diverse ipotesi come l’associazione mafiosa e l’associazione finalizzate al traffico di stupefacenti, attività che è stata incentivata da Bevilacqua con approvvigionamenti a Catania. Sono stati valutati elementi provenienti da processi storici, come quello ad Andreotti, e dai lavori della Commissione antimafia,; è emerso un quadro ulteriore del ruolo duplice di Bevilacqua come rappresentate politico e come rappresentante mafioso”.
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