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Nella centralissima piazza Pretoria di Palermo, per tutta la mattina di sabato 4 luglio, la scalinata della piazza monumentale è stata occupata da oltre cento paia di scarpe di bambini e bambine.
Ai lati di questo “tappeto di scarpe”, gli attivisti e le attiviste del movimento Extinction Rebellion, insieme a persone che si sono unite spontaneamente, hanno presenziato, immobili e silenziosi, mostrando cartelli in cui si ricordavano vari aspetti della crisi climatica ed ecologica e in cui si denunciava che, continuando a non fare nulla per fermarla, stiamo di fatto negando un futuro ai bambini di oggi e alle prossime generazioni.
Si è svolta così la prima azione del gruppo palermitano del movimento internazionale che, nato a Londra nel novembre del 2018, si è diffuso rapidamente in tutti e cinque i continenti abitati e che conta tra i suoi attivistianche tante celebrità di spicco, come il premio oscar Joaquin Phoenix.
Extinction Rebellion, attraverso azioni performative e di disobbedienza civile nonviolenta, chiede a gran voce che vengano immediatamente intraprese azioni reali, da parte di chi ci governa, per invertire la rotta che sta portando, in maniera persino più rapida di quanto prevedevano gli scienziati, al collasso climatico ed ecologico.
L’azione si è conclusa in tarda mattinata con un die-in, una delle pratiche più diffuse delle performance di Extinction Rebellion in tutto il mondo.
La dichiarazione
“Migrazioni climatiche, pandemie, desertificazione e impoverimento del suolo, siccità, l’aria diventata ormai tossica, il mare che si surriscalda e che è soffocato dalla plastica, fenomeni metereologici estremi sempre più frequenti, erosione della costa e innalzamento del livello del mare, livelli di Co2 in impennata, nonostante il lockdown: questi sintomi della crisi climatica ed ecologica non sono previsioni o minacce future, sono fenomeni che si verificano già, anche nel nostro paese e nella nostra isola. L’emergenza non lontana né nel tempo, né nello spazio” dichiara un attivista del movimento “noi ci siamo posti di fronte a un interrogativo morale: estinzione o ribellione? E abbiamo scelto di ribellarci per la vita, anche per i figli e le figlie di questo mondo, la cui voce oggi vogliamo portare qui, in strada con noi.
E’ per la nostra stessa sopravvivenza che abbiamo bisogno di una transizione ecologica equa, giusta e inclusiva.
La normalità era il problema, insomma, e noi ci impegniamo per essere parte del cambiamento.
Abbiamo pochissimo tempo, ma possiamo ancora trasformare questa crisi planetaria in opportunità.”