Carissimi,
Vedete questa foto? Prima chiudete gli occhi, adesso la vedete? In questo gruppo io sono quello li nella sedia accanto. Una vita piena di esperienze e di incontri ma volutamente seduto nel posto accanto.
Una vita giunta ad un punto nel quale soltanto cento anni fa pochissimi potevano permettersi ……. eppure oggi parliamo di aspettative di vita fino a novanta anni e quindi facendo due calcoli se la mente mi assiste e la sorte pure, ancor prima della salute eccoci giunti a due terzi del percorso. Due terzi trascorsi li, seduti nel posto accanto. Mi è toccato osservare e gioire per gli altri, mi è toccato portare cordoglio per le disgrazie altrui, mi è toccato accompagnare e proteggere i figli degli altri, mi è toccato rimandare il pallone in campo quando questo uscito fuori è giunto davanti la mia sedia.
Si era mia la sedia accanto a colui che vinse la lotteria, quando bastava invertire i posti, ma sono certo che anche la sorte in quel caso avrebbe invertito il vincitore. Chiariamoci, la mia non era una sedia lontana dal campo, come quella di chi decide di non interessarsi della partita e non era neanche una sedia di panchina, di chi aspetta sempre di giocare e non entra mai in campo, la mia era la sedia accanto, la sedia del conforto, la mia era la sedia dello sfogo, la mia era la sedia degli errori.
Un giorno in un editoriale scritto per una rivista mensile di un compianto amico, nel commentare un’altra rivista di un altro compianto amico (fatalità) che riportava le foto delle persone più influenti del territorio con su riportato il titolo “chi conosci” con un punto interrogativo ribaltai il quesito con “quanti ti conoscono?”
Li ho conosciuti tutti e mi hanno conosciuto tutti, coetanei e non, perché sedendo nella sedia accanto, e come se stessi fermo in un punto di vista euleriano dal quale tutti prima o poi devono passare, giovani con grandi ambizioni, ragazzi semplici ma brillanti, anziani delusi, uomini presi dal loro potere temporale, amici che ti vendevano facendo pure uno sconto sui trenta denari, grandi passioni, forti postume delusioni, ma io sempre li seduto nel posto accanto non ho avuto bisogno di prendere appunti, di compilare dossier, mi è bastata sempre la memoria di elefante per ricordarmi da dove venivamo e cosa siamo diventi, noi a volte “angeli con la faccia sporca”.
Per questo ho maturato forte il valore del tempo, ho maturato tanta di quella esperienza da mettere al servizio di chi è dotato di buona volontà, ma non è servito, o meglio non è stato richiesto poiché specialmente quando la sedia accanto è stata posizionata sul pianerottolo ho visto tanta di quella gente salire senza salutare e poi scendere il più delle volte voltandosi con un certo imbarazzo, altre volte ho visto gente tracotante salire e non scendere più, ma della quale anche sopra se ne è persa traccia come i tanti signor nessuno che si sono imbucati.
Quanti amici si sono seduti nella sedia vicina alla sedia accanto e hanno dimostrato profonda amicizia spentasi dopo aver brillato nello stesso tempo di un fiammifero. Quante ipocrisie, quante malvagità, quante ingiustizie si vedono dalla sedia accanto, una sedia che non conoscerà il potere del denaro, ma che possiede il vero potere di conoscere la gente dentro, nel loro animo.
E voi che fate, salite o scendete? Mi ricorderò di voi e vi chiamerò Amici, con la “A” maiuscola se lo vorrete, una volta che scendendo vi fermerete cordialmente a salutarmi, io sarò lì, nella sedia accanto.
Un abbraccio Epruno