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Condivisione e memoria storica.
Questo è il concept de “La Stanza delle Meraviglie”, un’esposizione nata per celebrare il valore di un bene comune attraverso l’acquisizione del Castello dei Ventimiglia.
“Il bene di una comunità è un bene comune solo se rispetta la dimensione soggettiva e riconosce la dignità delle singole persone, la cui storia altrimenti rischia di essere cancellata e dimenticata”, spiega Maria Rosa Sossai.
Il Castello, infatti, venne acquistato nel 1920 a un’asta giudiziaria grazie a una colletta pubblica voluta dal sindaco di allora, Mariano Raimondi.
L’inaugurazione è prevista per giovedì 30 luglio, ore 18, al Museo Civico di Castelbuono e potrà essere visitata fino al 28 marzo prossimo.
La Stanza delle Meraviglie
L’esposizione fa parte del progetto L’Asta del 1920 curato da Maria Rosa Sossai. La realizzazione è stata possibile grazie alla collaborazione con Angelo Cucco e alla partecipazione di tutto il paese delle Madonie.
In mostra vi sono più di 200 oggetti prestati da singoli cittadini, associazioni, scuole, confraternite. Tutti coinvolti attivamente nel progetto che rende protagonista una intera comunità che condivide da un secolo lo stesso valore identitario.
Gli oggetti, tra i più vari e disparati, risalgono quasi tutti alla prima metà del ‘900. Verranno disposti seguendo la suggestione delle Wunderkammer (stanza delle meraviglie) che nel ‘600 e nel ‘700 custodivano collezioni di oggetti unici, eccentrici e preziosi.
Infatti, “attraversare i tre ambienti de “La Stanza delle meraviglie” comporta l’attraversamento di un secolo di vita di una comunità – spiega la curatrice – . Come in un film, il tempo si contrae e corrisponde al tempo dei passi che attraversano le stanze, a quello dello sguardo del visitatore che si posa sugli oggetti e che si può riconoscere oppure no e creare intorno ad essi delle nuove storie fatte di relazioni tra passato e presente”.
L’iniziativa
“Nel 2019, il Museo Civico di Castelbuono ha dato il via a un progetto partecipativo per riflettere sul senso di appartenenza e responsabilità civica”.
A spiegarlo è il direttore del Museo Laura Barreca, il quale evidenzia che: “Con “L’asta del 1920” e la mostra, abbiamo sperimentato un format inedito per dialogare con il pubblico del museo, per attivare sinergie virtuose con la collettività”.
“L’esposizione è il frutto di un processo di partecipazione. Essa rappresenta il riconoscimento del ruolo che diamo alle istituzioni all’interno della nostra comunità. In essa attribuiamo grande valore alla creazione di reti di relazioni e alla logica della coesione istituzionale attraverso la quale valorizzare i beni culturali”, dice il sindaco di Castelbuono, Mario Cicero.
“Castelbuono fa parte della rete dei Castelli di Sicilia e dei Borghi Autentici d’Italia. Essi oggi incarnano quello che molti paesaggisti e architetti individuano oggi come i luoghi-simbolo di un futuro ecosostenibile, ovvero l’idea di un bene comune”, conclude.