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Due organizzazioni criminali palermitane, che commettevano reati in tutta la regione, sono state sgominate nell’operazione Stele dei carabinieri del comando provinciale che stanno eseguendo in Sicilia, Emilia Romagna e Puglia una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Palermo, nei confronti di 24 persone ritenute, a vario titolo, responsabili di associazione per delinquere, estorsione, tentata rapina, detenzione illegale di armi, cessione illegale di armi, furto aggravato, ricettazione, simulazione di reato, produzione e traffico illegale di sostanze stupefacenti e lesioni personali.
I due gruppi erano uno nel quartiere Cep il secondo allo Zen 2 e secondo le indagini erano legati a Cosa Nostra. A capo di una delle organizzazioni, che agiva nelle zone di Cruillas e nel territorio compreso tra Borgonuovo, San Giovanni Apostolo e Cep, c’erano Andrea Cintura che nonostante fosse in carcere gestiva la banda, e il figlio Domenico.
Le indagini hanno scoperto una struttura criminale organizzata in modo piramidale con a capo la famiglia dei Cintura, storicamente – dicono gli inquirenti – specializzata nei delitti di natura predatoria, e in cui gli appartenenti erano meticolosamente organizzati: secondo le indagini, l’attività prevedeva turni di lavoro precisi e scandagliati nel tempo. Le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto di Palermo Ennio Petrigni e dai sostituti Giorgia Spiri e Felice De Benedittis, hanno consentito di disarticolare le due associazioni per delinquere, che hanno accumulato negli anni rapporti sia con persone legate alla criminalita’ comune che mafiosa.
E’ stata infatti documentata la mediazione di esponenti di vertice di “cosa nostra“, ogni qualvolta venivano consumati, inconsapevolmente, furti ai danni di soggetti appartenenti ad altri mandamenti o di persone a loro vicine, come nel caso di un furto commesso a Castellammare del Golfo o dei furti consumati ai danni della Edil Ponteggi di Bagheria di proprieta’ di Paolo Scaduto, figlio del boss Pino, storico esponente della famiglia mafiosa di Bagheria. Oltre ai furti le organizzazioni avrebbero gestito la produzione e il traffico di sostanze stupefacenti, estorsioni ma anche il reperimento di armi. Tra l’altro alcuni degli indagati erano finiti nell’operazione Over con la quale era stata disarticolata l’organizzazione degli ‘spaccaossa’ a Palermo. Uomini senza scrupoli che per truffare le assicurazioni provocavano fratture a poveri diseredati.