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Elezioni a Carini, Tantino: “Nel mio programma anche la realizzazione di un canile”

lunedì 3 Agosto 2020

Il candidato sindaco del Movimento di Nello Musumeci costituisce un tavolo di lavoro con l’associazionismo animalista, per affrontare il fenomeno del randagismo dal punto di vista del rispetto e del buon senso.

“Ritengo che il cane o l’animale d’affezione in genere, debbano essere protagonisti nella lotta al problema del randagismo, perché in un consorzio sociale essi rappresentano l’anello debole che dobbiamo tutelare”. Con queste sentite parole Luca Tantino, candidato Sindaco al Comune di Carini sotto le insegne di Diventerà Bellissima, annuncia una vera e propria ‘battaglia di civiltà’ in difesa degli animali comunemente definiti randagi, percepiti nel sentire comune, molto spesso, come un pericolo o un’emergenza sanitaria.

Porsi il problema è d’obbligo per chi vuole amministrare una comunità umana e politica, ma farlo contestualmente nella tutela dei diritti dei cittadini e degli stessi animali (i cui casi di abbandono nel periodo estivo hanno raggiunto cifre esponenziali), è senz’altro un appello ai princìpi inviolabili del rispetto e della civiltà dei costumi: “Nel mio programma – continua –  prevedo la realizzazione di un canile sanitario pubblico anche in consorzio tra Comuni e totalmente finanziato con fondi europei a guida regionale, in linea con un disegno di legge di prossima approvazione all’Assemblea Regionale Siciliana.
In tale struttura sarà centrale l’adozione dell’animale d’affezione da parte dei cittadini che lo vogliano.
Nella realizzazione dettagliata di questo punto programmatico sarà per me fondamentale l’ascolto delle associazioni di volontari operanti nel settore attraverso la costituzione, a breve, di un tavolo di lavoro partecipato, perché ritengo siano le associazioni medesime le prime interlocutrici anche nella necessaria sensibilizzazione dei bambini e delle loro famiglie, nelle scuole e nelle parrocchie”.

Conclude il candidato di DB: “Per noi il randagio non sarà un problema secondario di cui non occuparsi o da affrontare con superficialità. Le convenzioni tra Comuni e canili privati o le ordinanze contingibili e urgenti diramate dalle amministrazioni su singoli casi di randagismo, rappresentano sempre più spesso una fonte di guadagno con denaro pubblico in cui il vero interesse dell’animale non è tutelato. Amare gli animali non è un dovere, rispettarli sì. È un fatto di buon senso. Ma anche di tutela della sicurezza e della salute pubblica”.

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