A pochi giorni dal Ferragosto, nel momento in cui Taormina si riempie di turisti, un blitz della Guardia di Finanza ha interessato nella giornata nelle scorse ore numerose strutture ricettive, accusate di non aver trasferito al Comune i proventi della tassa di soggiorno pagata dai clienti.
Per questo i finanziari della Finanza di Messina hanno sequestrato circa mezzo milione di euro ai responsabili di diciassette alberghi nella Perla dello Ionio. Il provvedimento è stato deciso dal gip su richiesta della Procura di Messina.
Da quanto è emerso dalle indagini, i titolari degli hotel si sarebbero appropriati delle somme ricevute dai propri clienti, quando invece avrebbero dovuto versarle nelle casse comunali. Per loro l’accusa adesso è peculato, poiché non avrebbero rispettato la delibera di Consiglio comunale del 6 novembre 2012, che aveva approvato il Regolamento dell’imposta di soggiorno nelle strutture alberghiere. Gli albergatori avrebbero perfino ignorato le diffide di pagamento ricevute dal Comune. L’omesso versamento delle somme ha consentito ai titolari delle strutture ricettive di incassare tra il 2013 e il 2018 una somma stimata in 468 mila euro non dovuti. Tra le strutture interessate dalle indagini ci sarebbero anche due alberghi a cinque stelle e almeno sette a quattro stelle.
La Guardia di Finanza, attraverso i relativi accertamenti delle Fiamme Gialle di Taormina, avevano avviato a suo tempo delle verifiche sulle somme non versate da alcune strutture ricettive ed extra-ricettive al Comune. La somma, che è mancata all’appello è diventata negli anni cospicua ma il Comune ha poi intrapreso un’azione di recupero e alcune strutture hanno versato, seppure in ritardo, le somme dovute all’ente. La tassa di soggiorno a Taormina è in vigore dal 1 gennaio 2013 e si erano accumulati, nel tempo, dei ritardi soprattutto per le prime annualità, 2013, 2014 e 2015.