«Due suicidi in una settimana al carcere palermitano di Pagliarelli ed uno al carcere di Caltagirone. Tre detenuti in attesa di giudizio. Siamo al mare o in vacanze e siamo “disturbati” da queste notizie. A chi può interessare la morte di tre persone che sono finite in galera, “se la sono voluta” è la frase più elegante. Il disagio nelle carceri non è solo ” un problema loro”, è un problema di tutta la società che ha la responsabilità di tutelare la vita di tutti. I detenuti riconosciuti colpevoli devono scontare la pena in condizioni di vita dignitose. La detenzione non deve trasformarsi in tortura psicologica come in un girone dell’inferno dantesco».
Lo dice Pino Apprendi, presidente di Antigone Sicilia.
«Detenuti e popolazione carceraria, compresa la Polizia Penitenziaria, fra l’altro, hanno sopportato più degli altri l’isolamento anche dai propri familiari durante il periodo dei divieti per evitare i contagi, ma il COVID-19 è entrato in molte carceri mietendo vittime non solo fra i detenuti, ma anche fra la Polizia Penitenziaria e qualche medico. Va istituito il garante comunale in ogni territorio dove esiste un carcere. A Palermo, il Comitato Esistono i Diritti con il suo presidente Gaetano D’Amico, già da tempo, lo chiede e in Consiglio Comunale presto ne approverà il regolamento.
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