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Cosa pensano i palermitani sull’idea del voto di preferenza alla Camera o al Senato? Lo abbiamo chiesto per le vie del capoluogo siciliano. Tra incertezze e timide risposte l’idea non dispiace, anzi per tutti gli intervistati “potrebbe essere una grande espressione della democrazia“.
Nei giorni scorsi, IlSicilia.it aveva lanciato la campagna on-line #vogliamolapreferenza, relativa proprio al tema in oggetto.
Nel frattempo la riforma costituzionale “vidimata” dal referendum del 20 e 21 settembre contiene anche una delega all’esecutivo perché siano ridisegnati i collegi elettorali. In altre parole, il governo dovrà mettere in campo un decreto legislativo da adottare entro 60 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale della legge oggetto della consultazione referendaria.
A cambiare, però, dovrà essere la legge elettorale nel suo complesso, che lo stesso governo ha legato ha doppio filo al taglio dei parlamentari. Difficilmente il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, potrà soprassedere su un provvedimento che, oltre a essere stato concepito dall’esecutivo, andrebbe a rassicurare almeno in parte quei 7,5 milioni di italiani che hanno tradotto le loro perplessità in un “No” nell’urna. Per il Quirinale, adeguare il sistema elettorale al nuovo schema numerico di Senato e Camera è una necessità e nelle stanze del governo ne sono consapevoli.