Anche se non condivido l’iniziativa, devo riconoscere a Totò Cuffaro una certa coerenza: figlio, politicamente parlando, della Democrazia cristiana a quei valori è rimasto legato per sempre. Un gesto d’amore che va apprezzato.
Non capisco, però, il suo contorcimento lessicale quando sostiene che non vuole dare vita ad una nuova Dc, ma ad una Dc nuova e solo siciliana. Non mi convince. E lo scrivo qui sullo stesso giornale che lo ha intervistato sul proposito di rilanciare comunque i valori di un partito cattolico e moderato. Va reso onore al direttore ed all’editore de ilSicilia.it, sempre pronti a captare tutto ciò che si agita nell’inquieto mondo politico siciliano. E sottolineo siciliano. Perché, probabilmente, solo nell’Isola rimane forte lo zoccolo duro dei moderati. Non mi sembra che in altre regioni d’Italia vi siano le stesse condizioni: a livello nazionale l’Udc è praticamente scomparsa; Cantiere popolare, Mpa e Progetto Sicilia sono fenomeni locali. Unico partito che ha una proiezione nazionale è Forza Italia che in Sicilia continua a registrare percentuali a doppia cifra. Berlusconi, che sta cercando in tutti i modi di rilanciare Fi, sposerebbe mai un progetto simile?
Cuffaro, nel corso dell’intervista, parla di una forza politica moderata che potrebbe aspirare alla presidenza della Regione, lasciando intendere che non avrebbe velleità nazionali. Ma ve lo immaginate voi un partito politico, moderato e di ispirazione cattolica, relegato aldiquà dello Stretto? Certo, il deludente risultato ottenuto dalla Lega, alle recenti amministrative, lascia spazio a progetti immaginifici, ma non mi farei molte illusioni.