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Una struttura nuova, moderna e funzionale, è questa la realtà ospedaliera che si è realizzata nella sede dell’ex centro IMI, l’istituto materno infantile inattivo dal 2008 e che nel 2020 ha riaperto le porte.
Inizialmente pensato come ospedale Covid per accogliere i pazienti di terapia intensiva, è stato infine destinato alla cura di patologie non Covid ma allo stesso tempo importantissime.
Uno spazio ospedaliero che accoglierà un reparto interamente dedicato alle cure delle patologie legate alla mammella e volto ad essere un centro di riferimento per le donne che lottano contro il tumore al seno, con un iter curato a 360°, pensato per assicurare una rete assistenziale che si intrecci dalla diagnosi alla cura fino al sostegno psicologico.
“L’idea è stata quella di portare qui le attività legate alla cura delle patologie del seno, la cosiddetta Breast Unit– dice il Commissario straordinario Alessandro Caltagirone– che prevede attività di diagnostica, attività chirurgiche e ovviamente anche una degenza. Abbiamo attivato fin da subito la parte della diagnostica per immagini– continua Caltagirone- nei prossimi giorni arriveranno anche i mammografi, i quali completeranno questo aspetto, che per adesso è composto da un Tomografo assiale computerizzato, da un telecomandato radiologico e da una parte ecografica. Contemporaneamente Nelle prossime settimane arriveranno le attività ambulatoriali legate alla Breast Unit. Stiamo infine completando le sale operatorie in maniera tale che possano partire anche i posti di degenza”.
La struttura legata al Policlinico Universitario Paolo Giaccone, si presterà inoltre ad accogliere l’Unità Operativa Complessa di Oculistica diretta dal professor Salvatore Cillino, momentaneamente spostata dall’ospedale Policlinico per offrire maggiore spazio per fronteggiare l’emergenza Coronavirus
“Al momento abbiamo dovuto fare anche delle scelte legate all’esigenza di poter liberare quanti più spazi possibili all’interno del presidio centrale- dice il Commissario straordinario Caltagirone– proprio per creare più posti letto dedicati al Covid, motivo per il quale abbiamo trasferito qua anche le attività dell’oculistica, che ovviamente non hanno attinenza al percorso della Breast Unit. La permanenza dell’oculistica all’interno del centro sarà limitata soltanto al periodo dell’emergenza, pertanto in un prossimo futuro ci saranno spazi disponibili per poter sviluppare altre attività”.
All’interno del centro vi è quindi una suddivisione degli spazi che accoglieranno le diverse attività, ovvero: diagnostica per immagini, chirurgia della mammella, laboratori e posti letto legati alla Breast unit, inoltre spazi dedicati all’attività sia di chirurgia che ambulatoriale legata all’oculistica e infine anche un laboratorio di analisi che sarà non soltanto a servizio dei pazienti ricoverati ma anche dei pazienti sul territorio.
“È intenzione anche di questa direzione strategica – continua il Commissario straordinario Caltagirone- quella di proporre delle nuove soluzioni, una per tutte è quella di proporci anche per la procreazione medicalmente assistita, che vorremmo svolgere proprio all’interno di questo presidio”.