Il gup di Palermo ha condannato complessivamente a oltre 400 anni di carcere boss, colonnelli e gregari di Cosa nostra arrestati due anni fa nell’ambito di un’inchiesta della Dda del capoluogo sui clan mafiosi palermitani.
L’indagine svelò, tra l’altro, il progetto delle cosche di ricostituire la commissione provinciale di Cosa nostra. L’operazione dei carabinieri di Palermo fu chiamata “Cupola 2.0″ e portò a 46 arresti.
I condannati, processati con il rito abbreviato, sono stati 47, 9 gli assolti. L’accusa davanti al gup Rosario Di Gioia è stata sostenuta dai pm Amelia Luise, Dario Scaletta, Francesca Mazzocco e Bruno Brucoli. L’indagine, condotta dai carabinieri, arriva ad una svolta grazie a una microspia piazzata nell’auto del boss Francesco Colletti, capomafia di Villabate che dopo l’arresto si è pentito. L’ex boss, non sapendo di essere intercettato, racconta a un altro uomo d’onore la cronaca del summit appena concluso tra i più influenti padrini palermitani.
I DETTAGLI DELL’INCHIESTA
Riuniti in un luogo rimasto misterioso i capimafia avevano riportato in vita la commissione provinciale di Cosa nostra e designato il nuovo capo dei capi: Settimo Mineo, 82 anni, professione ufficiale gioielliere, imputato al maxiprocesso e condannato e due fratelli uccisi durante la guerra di mafia. Le parole di Colletti per i carabinieri e i pm della dda di Palermo furono la conferma di un sospetto di mesi: i boss rivolevano la Cupola.
“Si è fatta comunque una bella cosa.. per me è una bella cosa questa.. molto seria… molto…con bella gente.. bella! grande! gente di paese.. gente vecchi gente di ovunque”, commentava entusiasta Colletti parlando del summit a cui avevano partecipato, tra gli altri, tre big di Cosa nostra palermitana: Settimo Mineo, reggente del mandamento mafioso di Pagliarelli, Filippo Bisconti, reggente del mandamento mafioso di Misilmeri – Belmonte Mezzagno, anche lui poi passato tra i ranghi dei pentiti, e Gregorio Di Giovanni, reggente del clan Porta Nuova.
L’inchiesta raccontò una mafia interessata agli affari: la droga, antico business per anni lasciato alla ndrangheta, le scommesse online, nuova frontiera del guadagno illecito, le estorsioni. I carabinieri ne accertarono 28. Bersagli commercianti e imprenditori, soprattutto edili.
LE CONDANNE
Filippo Cusimano (14 anni), Stefano Albanese (9 anni e 2 mesi), Filippo Annatelli (13 anni e 4 mesi), Filippo Salvatore Bisconti (6 anni grazie all’attenuante prevista per i collaboratori di giustizia), Giuseppe Bonanno (5 anni e 8 mesi), Carmelo Cacocciola (7 anni), Giovanni Cancemi (8 anni), Francesco Caponetto (13 anni e 4 mesi), Francesco Colletti (6 anni e 6 mesi, grazie all’attenuante prevista per i collaboratori), Giovanna Comito (1 anno e 8 mesi), Giuseppe Costa (9 anni), Filippo Cusimano (9 anni e 4 mesi), Maurizio Crinò (10 anni), Rubens D’Agostino (10 anni), Gregorio Di Giovanni (15 anni e 4 mesi), Filippo Di Pisa (8 anni e 8 mesi), Andrea Ferrante (8 anni), Salvatore Ferrante (2 anni e 8 mesi), Calogero Lo Piccolo (27 anni), Vincenzo Ganci (8 anni e 8 mesi), Michele Grasso (8 anni e 8 mesi), Leandro Greco (12 anni), Marco La Rosa (6 anni e 8 mesi), Gaetano Leto (12 anni e 8 mesi), Erasmo Lo Bello (12 anni), Sergio Macaluso (2 anni, attenuante per i pentiti), Michele Madonia (8 anni e 8 mesi), Umberto Maiorana (1 anno e 8 mesi), Domenico Mammi (2 anni, attenuante per i collaboratori), Giusto Francesco Mangiapane (8 anni), Matteo Maniscalco (10 anni), Antonio Giovanni Maranto (2 anni), Luigi Marino (15 anni), Fabio Messicati Vitale (12 anni), Giovanni Salvatore Migliore (8 anni e 8 mesi), Settimo Mineo (16 anni), Salvatore Mirino (9 anni e 4 mesi), Domenico Nocilla (9 anni e 8 mesi), Salvatore Pispicia (12 anni), Gaspare Rizzuto (12 anni e 4 mesi), Michele Rubino (10 anni e 8 mesi), Giovanni Salerno (10 anni e 6 mesi), Salvatore Sciarabba (14 anni), Giuseppe Serio (13 anni e 4 mesi), Giovanni Sirchia (8 anni), Salvatore Sorrentino (12 anni e 8 mesi), Salvatore Troia (9 anni).
GLI ASSOLTI
Gioacchino Badagliacca (la richiesta era di 14 anni), Giusto Giordano, Andrea Mirino, Massimo Mulè, Nicolò Orlando (richiesta 10 anni e 8 mesi), Pietro Scafidi (richiesta di 10 anni e 8 mesi), Giusto Sucato assolto (richiesta di 11 anni), Rosolino Mirabella assolto (richiesta di 13 anni e 4 mesi), Giacomo Alaimo (assolto, a fronte di una richiesta di 7 anni).