La richiesta di rinvio a giudizio della Procura di Palermo a carico di Riccardo Savona, deputato regionale di Forza Italia e presidente della commissione Bilancio all’Ars, mette in forte imbarazzo la Presidenza della Regione e ben tre assessorati. L’Avvocatura dello Stato ha infatti indirizzato una lettera a Palazzo d’Orleans e agli assessorati all’Agricoltura, ai Beni culturali e Identità siciliana e alla Famiglia, Politiche sociali e Lavoro con cui invita l’Ente territoriale a valutare la costituzione di parte civile nel procedimento penale nei confronti del deputato regionale di maggioranza.
La posizione del deputato regionale di Forza Italia, veterano dei Palazzi del Potere in Sicilia, dunque, crea qualche grattacapo non da poco alla Regione, che si trova a dover fare i conti con la presenza tra i banchi della maggioranza all’Ars di un esponente verso cui l’Avvocatura – che rappresenta giudizialmente l’Ente – chiede di verificare l’opportunità di costituirsi parte civile.
LA VICENDA GIUDIZIARIA
Il caso è quello che riguarda alcuni presunti corsi ‘fantasma’, organizzati tra il 2012 e il 2019, finanziati con circa 800 mila euro di fondi europei gestiti dalla Regione. I corsi erano stati finanziati da tre diversi assessorati regionali, Agricoltura e Foreste, Autonomie Locali e Beni Culturali e Identità siciliana, ai quali, come detto, è stata indirizzata la lettera dell’Avvocatura dello Stato – oltre che alla Presidenza della Regione.
Di qualche giorno fa la notizia della richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura di Palermo per Savona e altre sei persone con l’accusa di associazione a delinquere e truffa aggravata in concorso per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Il gup Marco Gaeta ha fissato al 24 febbraio 2021 l’udienza per decidere se accogliere, o meno, la richiesta di processare il presidente della commissione Bilancio dell’Ars.
LE VALUTAZIONI POLITICHE
In passato il Movimento 5 Stelle all’Ars aveva chiesto le dimissioni di Savona: “Il presidente della Commissione Bilancio Riccardo Savona deve lasciare la carica. La sua presenza al vertice della Commissione più importante dell’Assemblea Regionale Siciliana è assolutamente inopportuna. Dato che Micciché fa le crociate per difendere l’onorabilità di questo parlamento, chieda immediatamente a Savona di onorare l’Ars lasciando questa carica“, aveva affermato l’allora capogruppo Francesco Cappello a proposito dell’inchiesta che vede coinvolto il deputato. Era il 15 marzo del 2019.
Savona, però, non ha mai ritenuto di dover dare segnali politici in tal senso, nemmeno dopo un decreto di sequestro preventivo emesso in via di urgenza dalla procura della Repubblica a suo carico (i beni sono stati poi in parte dissequestrati) nell’ambito dell’indagine. Adesso l’ulteriore sviluppo della lettera inviata dall’Avvocatura dello Stato alla Regione: una situazione che, al di là delle valutazioni giuridico-giudiziali, mette in imbarazzo la Regione che si trova a dover valutare la richiesta di parte civile partita dall’Avvocatura dello Stato.