Dietrofront di Nello Musumeci. Dopo avere rifiutato un mese fa la mano tesa di Giancarlo Cancelleri per un patto in Aula che mettesse nelle condizioni l’Ars di approvare le leggi che approdano a Sala d’Ercole, oggi il governatore, dalle colonne di Repubblica, ripropone quel patto, o comunque qualcosa di molto simile.
“So come si governa senza maggioranza, l’ho già fatto nel ’94 alla Provincia di Catania“, afferma Musumeci, che prima attacca: “Ho lanciato decine di appelli alla collaborazione delle opposizioni. Ma sembra un discorso ai sordi“, e poi rilancia: “Cancelleri mi invita a sederci a un tavolo e scrivere assieme le cose da fare? Per me va bene – afferma -, scriviamo assieme le cose da aggiungere a un contratto che già c’è e al quale certo non posso rinunciare. Io sono qui. C’è o no la volontà di sedersi attorno a un tavolo, senza inciuci ma con senso di responsabilità? Basta assetti di guerra, pregiudizi, rancori“.
Un contratto che già c’è, dice Musumeci, ma che in realtà il governatore, fino a oggi, non si era mostrato particolarmente propenso a siglare intese. E anzi, a Catania, durante le festività natalizie, aveva speso parole durissime contro i pentastellati, definendo la loro eventuale vittoria alle scorse elezioni regionali una “sciagura peggiore del terremoto“.
Un ripensamento che arriva nei giorni in cui all’Ars è di scena la sessione di bilancio, con finanziaria e collegato che ancora non sono approdate a Sala d’Ercole. Il governo deve trovare i numeri in Aula per farsi approvare le leggi, numeri che al momento non ci sono.
E se il patto con i pentastellati non dovesse andare in porto, Musumeci prepara il piano B, che potrebbe passare per un rimpasto in giunta e una redistribuzione degli incarichi negli uffici della Regione. Alla specifica domanda del giornalista di Repubblica Musumeci risponde “Sì, è probabile che ci sarà qualche modifica all’interno della giunta e fra i dirigenti generali“.
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