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Che il cibo, nelle sue diverse declinazioni, sia da sempre al centro della vita dell’uomo, non solo inteso come forma di sussistenza ma come “esperienza spirituale“, è ormai risaputo.
Senza voler prendere alla lettera la famosa citazione del filosofo Ludwig Feuerbach, “siamo ciò che mangiamo“, la gastronomia, letteralmente la “legge dello stomaco“, si impone sempre più all’attenzione di scienziati, appassionati e gente comune.
Unico dictat per tutti è: attenzione alla qualità dei prodotti.
In questi giorni a Palermo, in tema con quanto detto, si svolgono, in diversi luoghi della città incontri, attività e dibattiti incentrati sulla biodiversità siciliana e sull’agricoltura naturale.
Protagonisti, all’interno di “Not”, la rassegna dei vini franchi in programma ai Cantieri Culturali alla Zisa su iniziativa di Franco Virga, Stefania Milano, Manuela Laiacona e Giovanni Gagliardo, saranno dunque il pane e il vino, simboli emblematici della tradizione e della cultura siciliana e cristiana.
Tra i promotori del “buon cibo” siciliano, presente con diversi appuntamenti all’interno di Not, la chef Bonetta Dell’Oglio che abbiamo intervistato, insieme a Gaetano Billeci, chef del ristorante di Palazzo Branciforte, all’inizio del primo appuntamento della rassegna, una cena preparata a quattro mani con cibo e vino caratterizzati dalla biodiversità siciliana.
“Celebriamo un momento importantissimo ovvero quello della conoscenza dell’agricoltura biodinamica” ci dice Bonetta, antesignana del riconoscimento dell’importanza di questo tipo di pratica, avendo richiamato per prima a Palermo, anni fa, Nicolas Joly, produttore nella Loira tra i più importanti divulgatori del metodo dell’agricoltura biodinamica, applicata alla viticoltura.
Bonetta dell’Oglio, ha organizzato anche una masterclass con Davide Longoni, panificatore considerato uno dei principali maestri del pane autentico in Italia, il quale conosce, apprezza e utilizza i grani antichi siciliani.
L’incontro, presso il Crazy Plus dei Cantieri Culturali alla Zisa (domenica 13 gennaio, ore 17) si intitola “Pane e vino”, 5 grani per 5 uve in comunione, perché come ci dice la stessa Bonetta “il pane è il corpo della terra, così come il vino simbolicamente ne è il sangue“.
“Mangiare e bere bene sono atti agricoli, scelte importanti“: ma il buon cibo, sono d’accordo entrambi gli chef, nulla sarebbe se non venisse manipolato, nel senso letterale del termine, dalle mani sapienti degli “artigiani di ogni settore“, con la passione e l’amore che rendono speciali prodotti già eccezionali nella qualità.